La Questura di Bari, tramite un comunicato stampa, diffonde ulteriori dettagli (nome e modus operandi) circa le indagini sul pedofilo andriese arrestato il mese di agosto del 2019, perché ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale aggravata e continuata su due minori perpetrata sia all’interno della villa comunale di Andria, sia presso la propria abitazione.
E’ di 9 nove anni e 4 mesi la condanna inflitta, al termine del rito abbreviato dal GUP del Tribunale di Trani, ad Antonio C., andriese di 23 anni, arrestato lo scorso anno dal personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza Andria.
Abbiamo deciso di omettere il cognome dell’uomo onde evitare il linciaggio mediatico e tutelare la privacy della famiglia.
La stringente attività d’indagine, condotta in collaborazione tra il Commissariato di Andria ed il Compartimento di Polizia Postale di Bari e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, aveva consentito di far luce e porre fine alla condotta efferata di un giovane aduso ad adescare minorenni (di età inferiore ai quattordici anni) allo scopo di indurli a compiere atti sessuali con lui o alla sua presenza, sia attirandoli presso la sua abitazione ad Andria, sia costringendoli ad usare l’invio di video ed immagini tramite il canale di messagistica whatsapp, usando spesso toni intimidatori, quando non minacciosi.
Inoltre, il 23enne, nell’arco di tre anni, nella villa comunale di Andria aveva più volte avvicinato diversi minori, anche molto piccoli, suscitandone interesse e curiosità, utilizzando l’escamotage della sua bicicletta bmx.
Il ragazzo, cui furono applicate misure personali, è stato anche condannato in perpetuo all’interdizione dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela ed all’amministrazione di sostegno, oltre che da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture frequentate prevalentemente da minori.