In vista delle elezioni regionali previste in primavera, la consigliera comunale
Stella Mele nonché Segretario cittadino di Fratelli d’Italia, commenta (come di seguito riportato) il sostegno all’attuale governatore Emiliano da parte di sette consiglieri di maggioranza e tre assessori facenti parte dell’attuale amministrazione Cannito.
Nel vuoto abissale della politica, nel suo collasso culturale, nella sua ormai totale negazione di essa, non ci si indigna più di fronte a nulla, ma non a Barletta, città culturalmente e politicamente svilita dall’incessante susseguirsi di episodi e dichiarazioni da parte di quanti, quasi mai, distinguono il giusto dall’ ”utile”.
Non ci interessa, infatti, sapere se una manciata di consiglieri comunali di maggioranza si preoccupi di rendere noto il proprio personale sostegno in favore di qualcuno;
non ci interessa neppure evidenziare quanto, talvolta, i documenti siano un conclamato segnale di debolezza;
allo stesso modo in cui non ci interessa ricordare quanto i firmatari di quel (forse tutt’altro che spontaneo) “spot” pro Emiliano e Caracciolo siano gli stessi che all’indomani del 10 giugno 2018, bloccando i lavori dell’amministrazione comunale per ben quattro mesi, diedero ampia dimostrazione di come l’interesse politico personale venisse prima di quello generale;
e non ci interessa neppure richiamare alla memoria di chi legge il fatto che coloro che oggi fanno la “ola” ad Emiliano, alle scorse elezioni europee abbiano votato per Raffaele Fitto;
non ci interessa neanche dire che lo sparuto numero di consiglieri comunali, metta in evidenza la debolezza dei numeri, dal momento che su 21 consiglieri di maggioranza, ben 14 (compreso il Sindaco Cannito) e 6 assessori non hanno firmato il sostegno ad Emiliano e/o Caracciolo.
Ci interessa, però, sicuramente evidenziare l’incompatibilità di una maggioranza ormai culturalmente e politicamente troppo diversa; ci interessa mettere in luce la meschinità di molti dei firmatari che, nonostante abbiano da tempo deciso di partecipare attivamente alla vita del Partito Democratico (come accaduto anche in occasione delle primarie di domenica 12 Gennaio), non hanno il coraggio di aderire al Pd e di passare fra i banchi dell’opposizione, forse per non rinunciare alle varie prebende e rendite di posizione.
Delle tante anomalie, poi, di questo romanzo pirandelliano, ci interessa sottolineare anche quella dell’assessore Salvemini (sorella dell’ex assessore Salvemini). Una nomina, “in quota Sindaco” che, nei tempi e nelle modalità, già da sola è stata sufficiente ad offendere l’intera comunità barlettana e la cui posizione oggi, smentisce nei fatti il primo cittadino. Forse anche imbarazzandolo.
E se tutto ciò non fosse bastato a svilire il senso della politica e l’importanza delle sue regole, a completare l’opera ci ha pensato il controverso Presidente del Consiglio Comunale, sig. Sabino Dicataldo, il quale contravvenendo al suo ruolo di garante, di terzietà ed imparzialità, ha irresponsabilmente ritenuto di venire meno a tale dovere, con una firma che lo colloca (si può dire “ufficialmente”) nel Pd.
Non sappiamo se la scelta dei 7 consiglieri e dei 3 assessori (molti provenienti dal centrodestra) gli sia valsa da baratto per future misteriose contropartite. E non ci interessa neppure saperlo.
Così come non sappiamo neppure se l’incessante sfornata di documenti dati alla stampa (tanti negli ultimi mesi), possa invece essere semplicemente derubricata ad un regolamento di conti fra il consigliere regionale Caracciolo e il consigliere comunale Marcello Lanotte che dal primo ne ha preso le distanze, riapprodando, dopo più di un decennio, nel centro-destra.
Se così fosse, la diatriba fra i due non cesserebbe di consegnarci ripercussioni sull’intero Consiglio Comunale.
Spiace dirlo, ma i numerosi episodi che stanno caratterizzando gli ultimi mesi di amministrazione ci allontanano sempre di più da quelli che furono gli intenti iniziali.
Insomma, tutti interrogativi, stimoli e motivazioni che rendono doverose profonde e serie riflessioni all’interno delle segreterie del centro-destra.
Un’area politica che oggi i cittadini premiano proprio per la coerenza e per la chiarezza della proposta politica.
Mentre questa è un’amministrazione comunale nella quale ogni dichiarazione, laddove non sia un regolamento di conti fra qualcuno, sembra comunque essere una sorta di macigno lanciato nella palude della complicità affaristica in cui sembra essersi impantanata questa Città.
Per quanto ancora si può restare ad assistere inermi a questo spettacolo desolante?
Si ridefinisca il perimetro di una maggioranza (se una maggioranza ancora c’è) o finirà che in questa asfissia dell’indifferenza nulla avremo fatto in favore di un cambiamento che rischia di restare per sempre una predica, più che una pratica.
Ho palesato il mio malessere in Consiglio Comunale già qualche mese fa, non solo sul piano politico, ma anche nel merito delle scelte amministrative ed oggi mi auguro che quanti hanno scelto di stare (o di ritornare) nell’alveo del centro-destra possano raccogliere questo invito ad una profonda analisi su quanto siamo chiamati a fare nell’interesse della Città e della coerenza delle idee.
Oggi più di ieri.
Dove c’ è Emiliano, non c’ è più un’amministrazione civica.