L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e lo sport nazionale è il tennis. Non se la prendano a male i fervidi sostenitori della nostra Costituzione o i calciofili incalliti, ma con un po’ di ironia potrebbe iniziare così l’articolo 1 della Costituzione italiana.
Almeno stando a quanto dimostrato in un 2024 in cui lo sport principe con la racchetta ha via via sottratto lo scettro al calcio nell’indice di gradimento dell’audience e delle vittorie, e i siti scommesse sul tennis sono stati presi d’assalto.
Per la prima volta nella sua storia l’Italia può fregiarsi di un numero 1 del mondo, Jannik Sinner, e per la prima volta ha portato almeno un esponente in tutte le finali dei circuiti maschile e femminile: alle ATP Finals maschili di Torino erano presenti proprio Sinner in singolare (che ha vinto il titolo), Simone Bolelli e Andrea Vavassori in doppio, mentre alle WTA Finals femminili di Riad, in Arabia Saudita, a rappresentare il tricolore c’erano Jasmine Paolini in singolo e la stessa Paolini in coppia con Sara Errani in doppio.
Tra l’altro sono state proprio queste due splendide ragazze ad aver regalato per la prima volta nella storia una medaglia d’oro olimpica all’Italia nel tennis: a Parigi hanno trionfato in finale sulle russe Mirra Andreeva e Diana Snajder. Il giorno prima, nella finale per il bronzo del singolare maschile, era stato invece Lorenzo Musetti a regalare all’Italia la prima medaglia in assoluto nel tennis ai Giochi.
Ma la ciliegina sulla torta, anzi le ciliegine sulla torta di un’annata eccezionale, sono stati i titoli mondiali a squadre vinti dalle rappresentative azzurre nelle finali maschile di Coppa Davis e femminile di Billie Jean King Cup giocate a Malaga, in Spagna.
Nella prima, capitanati da Filippo Volandri, hanno alzato la coppa al cielo i già citati Sinner, Musetti, Bolelli, Vavassori e Matteo Berrettini, senza dimenticare chi, come Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli, aveva contribuito in modo decisivo con le vittorie in fase di qualificazione. Battuta l’Olanda in finale.
Nella seconda, invece, sotto la guida tecnica del capitano Tathiana Garbin, si sono laureate campionesse le già citate Paolini ed Errani oltre a Lucia Bronzetti, Elisabetta Cocciaretto e Martina Trevisan. Stavolta a cadere sotto i colpi delle racchette azzurre sono state le slovacche.
L’annata 2024 del tennis italiano rimarrà però negli annali anche per tanti altri motivi. Partiamo dagli otto titoli conquistati da Jannik Sinner in 9 finali del Tour maschile di cui due Slam, i primi nella carriera del “gigante” di Sesto Pusteria: Australian Open e US Open.
Oltre ai due major e alle Finals sopraccitate, Sinner ha vinto anche i Masters 1000 di Miami, Cincinnati e Shanghai oltre agli ATP 500 di Rotterdam e Halle. In singolo tre titolo sono andati a Matteo Berrettini, a Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel, uno a Luciano Darderi a Cordoba e uno a Lorenzo Sonego a New Haven, mentre tre titoli di doppio li hanno vinti Bolelli/Vavassori, nell’ordine a Buenos Aires, Halle e Pechino oltre ad essere arrivati in finale agli Australian Open e al Roland Garros.
Tra le donne, Paolini ha vinto il primo WTA 1000 della sua carriera a Dubai ma ha fatto sognare i fan soprattutto per le finali al Roland Garros e a Wimbledon. Insieme a Sara Errani ha trionfato in doppio a Roma, Pechino e Linz oltre al già citato titolo olimpico. E, a proposito dell’inossidabile Errani, insieme a Vavassori ha conquistato il titolo del doppio misto agli US Open.
Insomma, il 2024 è stato decisamente l’anno del tennis italiano e con queste belle immagini ancora negli occhi siamo già pronti a sognare anche nel 2025.