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sabato, 23 Novembre 2024
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Barletta – Crisi politica, l’analisi e gli inviti a “non farsi male”

Cannito "ostaggio della sua maggioranza" gli attacchi e la replica di FdI

Pare che manchi la pace nell’amministrazione Cannito, dopo le dimissioni dell’assessore all’ambiente, Giuseppe D’Alba (il terzo in due anni a guida Cannito) “per motivi di lavoro” – ha poi spiegato il sindaco – le opposizioni attaccano lo stesso sindaco sostenendo che sia ormai ostaggio della sua stessa maggioranza e che siano, piuttosto, i consiglieri di opposizione a fargli da “stampella” in consiglio comunale per l’approvazione di alcuni importanti provvedimenti.

La proposta

Sulle dimissioni di D’alba è intervenuto il presidente di “Operazione Aria Pulita Bat” (OAP), l’avv. Michele Cianci, il quale ha proposto al sindaco, come prossimo assessore all’ambiente, l’avvocato Michele Alfredo Chiarello, ossia il vicepresidente di OAP, precisando di essere altresì preoccupato perché: «Ci sono ancora i rinnovi dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale), scaduti da diverso tempo sia per la Timac sia per la Buzzi Unicem, le multinazionali che sono ubicate nella nostra città! Strano, davvero stranissimo, anche il fatto di rinunciare ad uno stipendio di tutto rispetto: 5.796mila euro al mese lordi per un assessore della città di Barletta».

L’attacco

All’indomani dell’ultimo consiglio comunale (tenutosi il 3 ottobre scorso) il segretario cittadino, Gennaro Rociola e il capogruppo in consiglio, Antonello Damato, della lista “Emiliano Sindaco di Puglia” hanno sostenuto che l’amministrazione Cannito stia continuando la sua “farsa” precisando, inoltre, «cari consiglieri, uscite allo scoperto, fate il vostro coming-out benché ormai tutti conoscono, ma smettetela di tenere sotto scacco una città ormai allo sbando».

Il gruppo territoriale del M5S, rappresentato da Luca Savella, ha invitato Cannito a dimettersi «Sicuramente – dice Savella – non è il solo responsabile di tale fallimento politico ma non è possibile continuare a vivacchiare mentre restano sullo sfondo importanti temi come la sicurezza pubblica, il Pug, la Fondazione della Disfida, il Pnrr».

Duro poi l’affronto del gruppo consigliare del Partito Demcoratico verso i consiglieri di Fratelli d’Italia. I dem hanno affermato, senza mezzi termini, che: «FdI tiene in ostaggio il sindaco ed è già intenta a costruire un progetto futuro. A capo di questo progetto di centrodestra ci sarebbe il consigliere regionale di Azione Ruggiero Mennea che a livello comunale, grazie alla consigliera di Fdi Stella Mele, lavora per sfinire l’amministrazione e non risolvere la crisi, mentre a livello regionale, con un governo di centrosinistra, si prodiga per ottenere una poltrona che gli garantirebbe un posto al sole» si legge nella nota diffusa dai dem all’indomani dell’ultimo consiglio comunale del 3 ottobre scorso.

La replica

Immediata la replica dei consiglieri “meloniani” (Gennaro Cefola, Riccardo Memeo e Luigi Antonucci) che invece hanno tuonato: «Il Pd sta tentando di strumentalizzare una crisi amministrativa attribuendo alla nostra consigliera, Stella Mele, responsabilità che non ha. È assolutamente falso che Fratelli d’Italia rappresenti un ostacolo alla risoluzione dei problemi amministrativi, come è altrettanto infondata l’insinuazione su nostre presunte interlocuzioni per “sfinire l’amministrazione e non risolvere la crisi”. Tali affermazioni – aggiungono – non solo mancano di fondamento, ma sono chiaramente lesive dell’immagine del nostro partito e della nostra consigliera, che ogni giorno lavora con impegno e dedizione per il bene della comunità. Invitiamo dunque il Partito Democratico a trovare argomenti più solidi e fondati per uscire dallo stallo politico in cui si trova, anziché ricorrere a strumentalizzazioni sterili e a menzogne da rotocalco».

L’invito

A “smorzare” i toni è il sindacalista andriese Savino Montaruli, presidente Unibat, che invece sostiene che la città di Barletta sia piuttosto: «Al centro dell’interesse del territorio, non fatevi male» è il suo invito ai politici barlettani.

«Quel percorso virtuoso – spiega Montaruli –  che sta mantenendo viva una città vivace ed attrattiva non può essere interrotto né contaminato da velleità personalistiche o peggio da volontà distruttive. Quella parte critica, strumentalmente critica che oppone resistenza a questa crescita evidente ed inconfutabile dovrebbe guardare alle città vicine e fare un esame di coscienza rispetto a cosa stia accadendo in comuni, anche capoluogo, laddove si assiste ad una crescente dequalificazione; ad un distacco istituzionale ed assenza di iniziative popolari; dove la riduzione ai minimi storici del dialogo, della capacità di fare politica e l’assenza di una visione della città stanno generando fortissime tensioni, anche sociali ed istituzionali».

Dora Dibenedetto

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