Piazza Quercia, Trani, una delle città meridionali più belle d’Italia. Un tardo pomeriggio tiepido, ha smesso di piovere da poco, pozzanghere ovunque e le sedie sul fondo bagnate: tutti quelli che vogliono sedersi devono asciugarle con mezzi di fortuna e ne vale la pena.
La cattedrale sullo sfondo, oltre il mare, maestosa e silenziosa guarda, accudisce e protegge il piccolo porto e le barche ormeggiate. Si prepara ad ascoltare. Domine, non sum dignus.
Siamo ai Dialoghi di Trani, creatura meravigliosa, di condivisione umana e culturale, cresciuta e diventata grande quanto basta a stupire ogni anno sempre di più. Il tema è Libera informazione e libertà di stampa.
Ospiti il giornalista Sigfrido Ranucci, la giornalista Giovanna Botteri e il giornalista capo redattore di Repubblica Bari Domenico Castellaneta che modera.
Umili, coraggiosi e diretti. È la prima impressione ma resta confermata per tutta la durata della chiacchierata. Si parla di giornalismo e di verità. La libertà di stampa è un bene pubblico. E certi giornalisti rappresentano dignitosamente un Italia che non si rassegna a morire. Raccontano ciò che accade senza stare né da una parte né dall’altra. Sono là dove le cose succedono. Urlano e sussurrano con rispetto dei vinti e dei vincitori. Raccontano tutto.
I giornalisti devono essere i cani da guardia del nostro Paese. Ma sono ridotti spesso al silenzio da richieste di risarcimento danni esose e da un delirio normativo. L’Italia dovrebbe essere un paese cui non occorre chiamare eroi coloro che rubano la verità alla menzogna e al silenzio dei potenti, ma sono solo parole.
Giovanna Botteri, senza trucco, una donna di una dignità espressiva esemplare e da una grande esperienza giornalistica: racconta di quando Rai3 era l’unica di casa Rai a non imporre il gobbo ai suoi giornalisti che scrivevano i pezzi da sé e se ne assumevano la responsabilità. Sigfrido Ranucci parla a ruota libera, entusiasma, senza filtri, è serio ma non disdegna l’umorismo. Dedica il suo libro La scelta ai suoi genitori, a suo padre che lavorava nell’Arma della Guardia di Finanza.
E ricorda una frase di Gaber: La coscienza è come l’organo sessuale, o fa nascere la vita o fa pisciare. E si fa una piccola dedica ai giornalisti che a malapena guadagnano sette o otto euro ad articolo, scrivendo per testate giornalistiche locali e online. Io sorrido, sono tra quelli, e spesso gratis.