Il degrado strutturale di Parco Petrarota, ex Villa Bini a Trani continua e persiste, ormai in modo “interminabile”.
Una situazione che tutti i tranesi credevano essere terminata con l’acquisizione di un quarto del territorio da parte del comune di Trani avvenuta l’11 luglio 2023, al costo di 85.000 euro, – esercitando il diritto di prelazione previsto per legge – ma che in realtà, a distanza di un anno, non sembra proprio vedere la luce.
Una volta messo piede all’interno del piazzale appare vivida l’impotenza di una villa, dotata di giostre, panchine e qualche tronco di appoggio per i passanti, di rivivere un passato splendore ormai sostituito da immagini di deterioramento irreversibile.
Qualche “rimedio artigianale” è stato messo in atto ma il livello della manifattura è evidente: barriere composte di pannelli in legno, con ogni probabilità, utilizzata come sostituto di una porta, per impedire l’accesso di estranei al palazzo del parco.
I tronchi spesso utilizzati come appoggio per i passanti, a volte diventano luogo di festini dove consumare alcolici, alimenti e “pillole sospette” poi lasciati lì ad adornare il parco già splendidamente ricco di rifiuti qua e là.
La condizione in cui versa il parco non è un problema esclusivamente paesaggistico, ma diventa anche di natura legale. Perché la mancata protezione degli edifici, siti nella villa, permetterebbero l’accesso non consentito a tali strutture e una buona occasione per gli abituali avventori di renderlo luogo per attività illecite.
All’epoca, con soli 3 astenuti – ovvero i tre consiglieri del gruppo Solo con Trani futura: Antonio Loconte, Antonio Befano e Giuseppe Mastrototaro – il primo cittadino Bottaro riuscii in a convincere il consiglio della bontà di un’operazione che avrebbe consentito al Comune di Trani di diventare proprietario per il momento di una parte del bene.
Eppure molti altri episodi si sono verificati da allora e non sicuramente allietanti, come per il tufo da muro crollato il 4 Aprile 2024 da uno dei pilastrini del muro di cinta in tufo del palazzo del parco. O ancora, la scomparsa delle sedute in pietra di alcune panchine.
Deriva totale del posto.
Noi speriamo che ad’oggi l’amministrazione sia solo vittima di lungaggini burocratiche e che presto inizi a ridare nobiltà a un posto che disturba residenti, cittadini e qualche turista, che al passaggio dalla “villa desolata” cerca di tagliare largo.