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domenica, 22 Dicembre 2024
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70 ventilatori agli Istituti di Pena di Trani: l’iniziativa della Chiesa in Italia

Nel mese di giugno sono in via di distruzione 2000 ventilatori a 30 Istituti Penitenziari, tra cui quello di Trani, presenti sul territorio nazionale, nell’ambito del progetto “Semi di tarassaco volano nell’aria”

Piccolo gesto di solidarietà per rinnovare la forte vicinanza della Chiesa in Italia ai detenuti, specialmente quelli più fragili: in questo mese di giugno sono in via di distruzione 2000 ventilatori a 30 Istituti Penitenziari, tra cui quello di Trani, presenti sul territorio nazionale, nell’ambito del progetto “Semi di tarassaco volano nell’aria”, coordinato dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e dall’Ispettorato Generale dei cappellani delle carceri, con il supporto della Presidenza della CEI.

L’iniziativa è per i detenuti, soprattutto i più fragili delle sezioni “Infermeria”, per affrontare il caldo estivo con un minor disagio.

Don Raffaele Sarno, cappellano delle carceri di Trani e responsabile della pastorale carceraria di Trani, fa sapere che i 70 ventilatori sono regolarmente pervenuti, e in una missiva di ringraziamento a don Enrico Garbuio, del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, così scrive, in data 2 giugno, così scrive: «Nei prossimi giorni, in accordo con le autorità degli Istituti di Pena, si provvederà alla distribuzione degli stessi, comprendendo una quota anche per la Casa di Reclusione Femminile, dove sono presenti anche notevoli disagi (gli edifici sono distanti, ma la direzione e l’amministrazione sono le stesse). 

Ancora una volta, voglio ringraziare lei e la CEI per il dono a favore dei detenuti e delle detenute. Voglio anche trasmettere la riconoscenza del nostro Arcivescovo, mons. Leonardo D’Ascenzo che, informato dell’iniziativa, ha espresso la sua gratitudine e soddisfazione. Augurandole un buon lavoro, la saluto cordialmente».

Ricordiamo le parole che il Santo Padre ha rivolto ai detenuti nella residenza di Santa Marta nell’ottobre 2021. ‘Chi ha sbagliato non resti sbagliato’. Non sono parole casuali o di rito, non sono nemmeno parole riferite unicamente ai detenuti, ma all’intera collettività: è responsabilità di tutti offrire un soffio di speranza a chi risiede nell’ombra affinché possa tornare, un passo dopo l’altro, a camminare nella luce.

Talvolta, sono le piccole attenzioni e le cose semplici che ti ricordano che esisti e che la tua vita è importate quanto quella di ogni altro essere umano. Le attenzioni le ritroviamo nelle buone parole, nell’ascolto paziente; altre volte in gesti – piccoli o grandi – che si trasformano in progetti o iniziative.

La Chiesa desidera ricordare la propria vicinanza ai detenuti, ribadire che c’è vita oltre quelle sbarre e che loro sono nella condizione di poter sperare che un giorno, dopo il percorso riabilitativo, quelle porte possano riaprirsi.

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