Sono passati 24 lunghi anni da quel tragico e cruento 19 agosto 2000, quando nelle campagne di Castel del Monte, ad Andria, si consumò uno degli omicidi più sadici della storia pugliese.
Quella sera Graziella Mansi, 8 anni, figlia di un venditore ambulante di frutta secca e di una casalinga, fu sequestrata in un bosco ai piedi del maniero federiciano, mentre riempiva un secchio d’acqua ad una fontana della zona. Successivamente, secondo quanto accertato nel processo, la bimba fu prima violentata e poi bruciata viva su un tappeto di foglie secche.
Il suo corpicino venne ritrovato carbonizzato qualche ora dopo.
Per l’efferato omicidio furono condannate 5 persone. Pasquale Tortora, allora ventenne, confessò e rivelò i nomi dei suoi complici, tutti suoi coetanei.
Per questo fu l’unico ad essere giudicato con rito abbreviato ottenendo la condanna a 30 anni di carcere.
Gli altri aguzzini furono condannati all’ergastolo: Vincenzo Coratella (morto suicida nel carcere di Lecce), Giuseppe Di Bari, Domenico Margiotta e Michele Zagaria.
Pasquale Tortora, da qualche mese, è tornato in libertà dopo aver scontato 24 anni di carcere.
Il 44enne ha beneficiato della riduzione di 6 anni di pena per buona condotta.