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domenica, 23 Febbraio 2025
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Il Museo Diocesano presenta: la “Biennale di Andria”

La mostra di Michele Riefolo ha trovato ospitalità presso il Museo Diocesano e coinvolge diversi artisti italiani, locali e non solo, che hanno riempito la sala espositiva con creazioni di diverso genere tra dipinti, illustrazioni e fotografie

Il fermento giovanile ad Andria è esponenziale e in più il museo Diocesano offre la possibilità di godere nella stessa serata sia di una mostra d’arte contemporanea che di un viaggio in altre epoche storiche, un connubio che pochi altri musei offrono“. Questo il pensiero di Michele Riefolo, artista barlettano che si è occupato di curare la mostra inaugurata ad Andria il 17 dicembre 2023 e che sarà possibile visitare fino al 22 dello stesso mese.

La mostra ha trovato ospitalità presso il Museo Diocesano e coinvolge diversi artisti italiani, locali e non solo, che hanno riempito la sala espositiva con creazioni di diverso genere tra dipinti, illustrazioni e fotografie ed è finanziata da Magnolia Arte, una piattaforma digitale il cui fondatore è Loris Zanrei.

Il nome non è casuale, infatti Biennale di Andria’ l’abbiamo scelto perché vogliamo creare un legame con la città federiciana affinché anche qui possa svilupparsi un polo artistico al pari di altre città vicine come Trani o Barletta“.

Il prestigioso polo museale, inaugurato il 23 aprile 2019, è situato in pieno centro storico a due passi dalla Cattedrale e già in altre occasioni ha accolto esposizioni di grande valore ed iniziative volte ad avvicinare il pubblico al mondo dell’arte e della storia.

L’esposizione di opere contemporanee in un contesto diocesano ha creato un contrasto che sta funzionando e che potenzialmente permette di avvicinare i ragazzi anche alla scoperta del nostro patrimonio artistico locale ben più antico“.

I livelli che compongono l’edificio, permettono di fare un excursus sulla storia della Diocesi dalle origini al primo Ottocento attraverso le opere d’arte sacra esposte e anche di ammirare sezioni dedicate alle azioni di rinnovo spirituale e organizzativo del territorio tra Ottocento e Novecento.

Per il momento la mostra resterà fissa ma non escludiamo la possibilità di farla diventare itinerante se gli spazi e i luoghi ce lo permetteranno ed eventualmente potremmo pensare ad una sola edizione più grande piuttosto che due. Inoltre, in quest’edizione come nella precedente, a tracciare un filo conduttore nell’esposizione è la figura umana, che ritroviamo anche nelle rappresentazioni paesaggistiche e che è collegata alla spiritualità” – continua il curatore.

Da parte mia ho voluto fare un passo indietro e ho preferito evitare di proporre installazioni e altre forme d’arte che vogliono colpire il pubblico, per tornare alla materia prima, alla manualità e mostrare come si lavora un’opera, il lavoro dell’artista che deve essere valutato e giudicato dallo spettatore“.

Infine, l’artista barlettano ha esposto alcune sue considerazioni sul mercato dell’arte e sulle prospettive future.

Il mercato dell’arte è cambiato da decenni soprattutto in Italia per via di gallerie, di commissioni che non funzionano e soprattutto con la nuova frontiera dell’online in cui ognuno si ritiene artista e il passaggio dal maestro a chi ha fatto esperienza è assente. Viene meno il giudizio tra artisti e il confronto diretto, proprio quello che ho voluto si creasse tra i protagonisti di questa mostra“.

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