Il festival “I Dialoghi di Trani” si ispira all’Agenda 2030 ed ai suoi obiettivi. Giunto alla sua XXII edizione, ha ospitato intellettuali e pensatori provenienti da ogni parte d’Italia e di diverso orientamento, che si sono confrontati su molteplici tematiche.
Il tema di quest’anno è stato quello della Cura in senso materiale e spirituale, passando quindi dall’ambito medico-scientifico, ambientale e politico-sociale, a quello etico-filosofico, letterario e artistico.
In particolare, nell’appuntamento tenutosi a Trani venerdì 22 settembre 2023, “LA FABBRICA DEL MONDO: IL CANTIERE DELLA CURA DEL DOMANI” con Pievani, Calabresi, Paolini e Zucconi, si è discusso il tema della transizione ecologica. Ci si è domandati se l’uomo, attraverso i piccoli gesti che scandiscono la sua quotidianità, possa fare manutenzione e quindi prendersi cura oppure curare i danni che l’ambiente in cui viviamo ha subito per troppo tempo.
Secondo il giornalista Calabresi: “Ognuno di noi può fare la differenza. La manutenzione dell’ambiente non è solo prerogativa, come molti pensano, di governanti o importanti decisioni a livello internazionale. Prenderci cura del nostro “pezzetto”, ci permette di entrare in contatto con le criticità della nostra Terra, ci rende maggiormente responsabili ma soprattutto comporta fatiche. È proprio questo senso di stanchezza che ci spinge ad essere intolleranti verso coloro che invece non sono disposti a fare la loro parte, sia che si tratti di persone comuni che di ministri o sindaci. Dovremmo ricordarci che la maggior parte dei cambiamenti a cui abbiamo assistito, sono stati il risultato di un importante consenso da parte di noi cittadini e che ha quindi influenzato le scelte politiche“.
Tuttavia, il filosofo della scienza e dell’evoluzione Pievani, ci ricorda quanto l’essere umano anche a fronte di notizie spaventose e dati incontrovertibili sulle sorti del nostro pianeta, non sia affatto bravo a prendere un impegno etico quando non può vedere l’effetto positivo in un tempo definito e vicino. “Facciamo fatica a fare prevenzione, ad agire oggi e sacrificarci per ridurre la probabilità di un evento avverso domani. Forse anche per colpa di quei bias cognitivi, quei pregiudizi insiti nella nostra mente, siamo abituati al tutto subito e preferiamo narrazioni consolatorie che sono terreno su cui fa leva chi vuole strumentalizzare tutto ciò”.
Ad ogni modo, l’ospite non si mostra pessimista e ritiene che tutto può cambiare e anche i nostri bias possono annullarsi in particolar modo attraverso il dibattito pubblico, oggi in forte declino.
A confermare tale tesi, è un esperimento condotto a New York, in cui si osservano le reazioni dell’amigdala (centralina delle emozioni situata nel nostro cervello) di fronte ad un elemento di novità e da cui si evince che la cultura e l’educazione possono letteralmente scolpire e plasmare il nostro cervello.
Infine, Pievani, manifesta il suo disaccordo con una certa corrente dell’ambientalismo, secondo cui l’auto estinzione sarebbe una soluzione e nessuna forma di convivenza sia ormai possibile.
Egli sostiene che “in fondo anche noi mammiferi africani di grossa taglia abbiamo il diritto di difendere le generazioni future come fa ogni mammifero su questo pianeta, allattiamo i nostri cuccioli e speriamo che abbiano una vita migliore di quella che abbiamo noi. Questo è un istinto che hanno tutte le forme viventi. Abbiamo bisogno di un ecologismo umanista che unisca scienza e scienze umane“.
In virtù di questi preziosi interventi abbiamo potuto comprendere che nel nostro piccolo ed in qualità di cittadini possiamo fare la nostra parte e che questa conta. Il dibattito pubblico che sembra essere stato svilito dall’utilizzo dei social, risulta essere ancora una risorsa fondamentale per la nostra democrazia, senza però scartare l’utilità che il web rappresenta in termini di informazione, sempre che vi sia una corretta individuazione delle fonti.
Se vogliamo perseguire gli obiettivi che ci stiamo prefiggendo in termini di cura dell’ambiente, dovremmo evitare di alimentare in noi sentimenti di pessimismo sul clima e concentrarci ad inseguire una possibile vittoria attraverso gli strumenti che il progresso e gli studiosi ci offrono.