Anche la XXVII edizione del Festival “Castel dei Mondi” di Andria (uno dei più longevi, se non il più longevo, tra i Festival Teatrali del nostro Paese) chiude i battenti. Ed è già tempo di un primo pur provvisorio bilancio, magari con lo sguardo allargato al prossimo futuro.
“La direzione artistica mi ha consegnato dei numeri, pur non definitivi, che mi rincuorano – ha commentato a caldo la sindaca della città federiciana, Giovanna Bruno. Numeri che ci consentono di accostare questa edizione del Festival ad alcune del passato in cui l’Evento godeva di grande prestigio. E questo ci inorgoglisce non poco, alla luce del fatto che le risorse disponibili sono state di gran lunga inferiori rispetto ai budget di un tempo.
Da comune cittadina e da sindaca – ha proseguito Bruno – sono poi felice di aver avuto la possibilità, attraverso questo Festival, di misurarmi con i molteplici e per certi versi inediti aspetti che il Teatro e le Arti Performative sanno proporre ai nostri giorni. Installazioni ardite, spettacolazioni suggestive e sperimentazioni audaci hanno affascinato me e le migliaia di spettatori che hanno affollato ogni sera i luoghi di un <Teatro Diffuso> sotto le stelle. Vedere così tanta gente spostarsi ordinatamente da una parte all’altra della città, manifestare interesse, prenotare per tempo, mettersi in coda, assistere e discutere dei vari eventi in calendario, è stata davvero una grande soddisfazione. Tutto ciò mi induce a ritenere – conclude la sindaca – che questo Festival sia stato di palese qualità e possa quindi fungere da presupposto per edizioni future ancora più coinvolgenti, intense ed esaltanti”.
“Ci sono diversi approcci per misurare il valore di un Festival – ha sottolineato il direttore artistico della manifestazione, Riccardo Carbutti. Il primo, abbastanza semplicistico e mercantile, è legato alla quantità dei biglietti staccati, agli incassi del botteghino, agli scontrini di alberghi, ristoranti, bar e pizzerie. Persino agli Spritz in più serviti agli avventori rispetto al consumo quotidiano! Ebbene da questo punto di vista posso affermare, senza tema di smentite, che il ritorno economico sul territorio è stato considerevole rispetto all’investimento effettuato in termini organizzativi. C’è però un altro parametro – ha continuato Carbutti – che può essere utilizzato per misurare la valenza di un Grande Evento. Magari un po’ più complesso, un po’ più profondo, ma sicuramente attendibile. In questa edizione è scoccata una scintilla, nel senso che siamo riusciti a indurre le persone, i cittadini comuni, a staccare finalmente gli occhi dal proprio inseparabile smartphone, inducendole a girare per l’intero centro storico, affrontando inedite installazioni o mirabili spettacolazioni. Ed è questa, ritengo, la vera, autentica, funzione vitale di un Festival in una città il cui livello di povertà educativa e culturale è purtroppo ancora considerevole. Ed allora – ha concluso Carbutti – giù il sipario e applausi per tutti. Nella convinzione che con questa edizione si sia tracciata una via virtuosa per il futuro”.