Ha preso forma a Barletta nel 2022, a cura della UOSVD Coordinamento Aziendale di Terapia del Dolore ed Accessi Vascolari del Dimiccoli, diretta dal dott. Michele Debitonto, un rilevante progetto rivolto ai pazienti oncologici e fragili intrasportabili. Si tratta del posizionamento di cateteri vascolari e della gestione degli stessi a domicilio.
Il picc (peripherally inserted central catheter) è considerato, infatti, un sistema sicuro per le cure domiciliari sia per la somministrazione a breve che a lungo termine di antibiotici, chemioterapici e nutrizione parenterali.
“Il progetto – spiega il dott. Debitonto – si fonda su due requisiti fondamentali e imprescindibili: il lavoro del personale qualificato che ha posto in essere un percorso standardizzato per il posizionamento del dispositivo a casa per pazienti costretti a letto dalla malattia e le tecnologie messe a disposizione dalla nostra azienda”.
L’attivazione del percorso avviene con l’invio da parte del Medico di Medicina Generale o del medico delle associazioni di assistenza domiciliare oncologica o del Geriatra del territorio di una mail indirizzata a terapiadolore.barletta@slbat.it. Alla mail segue un colloquio telefonico tra un Dirigente medico della UOSVD ed il richiedente, finalizzato ad un confronto sul caso clinico ed alla definizione delle indicazioni al tipo di dispositivo.
Successivamente i sanitari si recano al domicilio del paziente e, previo colloquio informativo sulla procedura, dopo acquisizione del consenso informato, si esegue il posizionamento dell’accesso vascolare a letto, predisponendo un campo operativo sterile ed utilizzando esclusivamente materiale sterile monouso. L’impianto è ecoguidato, la procedura è monitorata tramite tablet con software ecg.
“Dall’avvio del progetto – conclude il responsabile della UOSVD Coordinamento Aziendale di Terapia del Dolore ed Accessi Vascolari del Dimiccoli – sono stati impiantati, in poco meno di un anno, oltre 150 cateteri a domicilio.
In un’ottica di umanizzazione delle cure l’assistenza dei pazienti, attuata direttamente sul territorio, rappresenta certamente un passo avanti per tutelare sempre di più la qualità della vita e per ottimizzare l’impiego delle risorse umane e tecnologiche, evitando per quanto possibile l’accesso ospedaliero”.