Mercoledì 15 marzo si celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, un’occasione per riflettere su una tipologia di problemi sempre più presenti tra giovani e giovanissimi e che coinvolgono inevitabilmente, oltre a ragazze e ragazzi, anche le loro famiglie. I disturbi alimentari, infatti, risultano purtroppo al secondo posto tra le cause di morte tra le nuove generazioni, soltanto dopo gli incidenti stradali.
L’iniziativa è partita da un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia nel 2011, affetta da bulimia, a soli 17 anni. La data del 15 marzo è il giorno della sua scomparsa. Giulia era ammalata da tempo di bulimia ed era in attesa di un ricovero in una struttura specializzata. Questa attesa le costò la vita.
Da quel giorno il papà ha lottato con tutte le sue forze affinché venisse creata una giornata nazionale di sensibilizzazione e aggregazione contro i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), cosa che si è poi concretizzata proprio con l’istituzione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla.
Con il passare degli anni a questa iniziativa si sono unite realtà associative, istituzioni e scuole di tutta Italia, per fare cultura sui DCA ed offrire una speranza a coloro che quotidianamente lottano contro questo tipo di disturbi, con l’obiettivo di aumentare l’attenzione dell’opinione pubblica su anoressia, bulimia, binge eating, obesità, ednos ed altre forme di DCA.
La Asl Bt, attraverso l’Ambulatorio per i DCA presente a Trani in via Marsala n.93, ha organizzato mercoledì 15 marzo 2023 un “Open day”, con accesso libero dalle ore 8.00 alle ore 20, per ricevere informazioni e/o consulenze psicologiche, psichiatriche e nutrizionali con il supporto degli operatori dell’Ambulatorio per i disturbi alimentari.
L’iniziativa, aperta a tutti gli utenti del territorio dell’Asl Bt, con il coinvolgimento di alcune scolaresche delle scuole secondarie di secondo grado, è volta ad offrire una corretta informazione intorno a tali disturbi per facilitare la comprensione dei meccanismi psico-biologici che favoriscono la malattia e ad accrescere la consapevolezza – a livello individuale e collettivo – del carattere di epidemia sociale che i DCA hanno assunto.