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mercoledì, 15 Gennaio 2025
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Morte Maurizio Costanzo, funerali semplici in un’atmosfera raccolta

Le esequie alle ore 15, in una chiesa abbastanza piccola, santa Maria in Montesanto, meglio conosciuta come Chiesa degli Artisti, con tanta gente dentro e fuori a seguire il rito funebre, e parenti ed amici in lacrime

Qualcuno potrebbe obiettare che i funerali in TV non dovrebbero proprio andare, che certi momenti dovrebbero essere privati, non certo spettacolarizzati con tanto di diretta TV. Lo pensavo anch’io fino a qualche tempo, anzi, forse fino a qualche momento fa.

Parliamo però di gente che è stata sempre sotto i riflettori, sempre attenta al proprio pubblico che, in questo modo, può avere l’opportunità di dare l’ultimo addio a chi ha accompagnato la propria vita in tutti questi anni, anche se solo tramite uno schermo televisivo. E poi, a dire il vero, a me i funerali di Maurizio Costanzo non sono affatto dispiaciuti.

I funerali erano alle 15, in una chiesa abbastanza piccola, santa Maria in Montesanto, meglio conosciuta come Chiesa degli Artisti, in un’atmosfera raccolta, con tanta gente dentro e fuori a seguire il rito funebre, e parenti ed amici in lacrime, con volti tirati per non tradire l’emozione. La funzione semplice, con un piccolo coro polifonico ad accompagnare la celebrazione, ed infine le lettere dei familiari e degli amici. Insomma, se non ci fosse stata la foto di Maurizio Costanzo e tutti i personaggi famosi tra i banchi, si sarebbe potuto scambiare quel funerale con quello di una persona qualunque. Ma forse perché, in fondo in fondo, anche Maurizio Costanzo era una persona qualunque.

La parte che mi ha toccato di più è stata l’omelia del vescovo. Negli ultimi anni Costanzo, pur restando fermo nelle sue posizioni di ateo, aveva mostrato apertura nei confronti della fede, quasi ne sentisse la mancanza. Ha cercato più volte la presenza del vescovo che ha celebrato la funzione, facendo intendere pure che l’avrebbe voluto al suo funerale, e cominciato uno scambio di visioni che l’ha portato, poi, negli ultimi istanti, a chiedere l’intercessione della Vergine Maria prima di morire.

Probabilmente Costanzo sarà stato poche volte a messa, forse non avrà mai preso i Sacramenti da adulto, ma, nell’ultimo momento, ha voluto mettere in discussione il suo personaggio creato nel tempo e lasciare spazio a ciò che, forse, aveva dentro da parecchio.

In quel momento ho pensato a quante volte ci chiudiamo noi nelle nostre maschere, quanto restiamo invischiati nei nostri personaggi, soffocando la nostra vera parte interiore che però resta sempre lì, pronta a farsi viva quando finalmente riusciamo a liberarci dalla schiavitù della percezione che ha la gente di noi. Costanzo, o meglio, Maurizio, sapeva che per stare al cospetto di Dio, doveva farsi piccolo.

E così è stato. Le nostre preghiere affinché, come il Buon Ladrone convertito sulla croce, anche a lui verrà dato presto un posto in Cielo, magari assieme a tutti i suoi affetti più cari.

A cura di Nicola Ieva

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