Contro il caro bollette, dei combustibili, gli effetti della siccità che stanno colpendo e mettendo in ginocchio, ciascuna per la sua parte, ogni categoria produttiva, dal manifatturiero al turismo e servizi, all’agricoltura, si tiene nel pomeriggio di oggi, lunedì 12 settembre, un sit-in di protesta in Piazza Catuma.
E’ una iniziativa che ha il merito di porre l’attenzione delle forze produttive e delle fasce sociali più fragili di questa città, come di altri territori in tutta Italia, su di una emergenza che sta pesando sulla sopravvivenza di piccole e medie imprese, di interi nuclei familiari e consumatori in crescente difficoltà economica.
L’Amministrazione Comunale assicura tutto il suo sostegno al sit-in di protesta condividendone le ragioni, le stesse sulle quali ha chiesto e chiede al Governo nazionale di intervenire, rapidamente, senza ulteriori ritardi e senza prestare il fianco ai tanti balletti e tira e molla della campagna elettorale in corso che deve sempre fermarsi dinanzi alle emergenze nazionali e agire, evitando ogni propaganda e speculazione. Il caro bollette infatti non risparmia alcuno.
Il commercio, asse decisivo della economia cittadina, i servizi, la ristorazione, i bar, il piccolo commercio, tutti avvertono gli effetti del caro bollette, dell’aumento del costo della vita, di più tasse. E così per i consumatori posti alla fine della catena del valore. Dunque tutti sono coinvolti, nessuno può tirarsi fuori.
Serve subito il Decreto Legge promesso e che aiuti tutti a superare il momento delicatissimo in corso, provocato dalle conseguenze dell’invasione russa e che colpisce, in maniera particolare, anche la filiera agricola che in questa città è importantissima.
A rischio, in autunno, sono infatti anche i frantoi oleari con i rincari dei prezzi dell’energia fino al 220-250%. In assenza di fatti nuovi, potrebbero non aprire perché i loro macchinari sono tutti particolarmente energivori. E se questo vale per la trasformazione della materia prima, in questo caso le olive, le conseguenze riguardano già oggi la produzione agricola, con oltre 20mila aziende agricole della regione, quasi un terzo del totale (34%), costrette a produrre in perdita a causa dei rincari e delle speculazioni scatenate dalla guerra in Ucraina.
I rincari sono legati infatti proprio alle operazioni colturali: fino al 120% per il gasolio necessario per le lavorazioni dei terreni, fino al 150% del prezzo dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata, a causa del gas utilizzato nella produzione dei fertilizzanti.
Per tutto questo l’Amministrazione Comunale è al fianco di quanti oggi saranno in piazza Catuma e assicura ogni sforzo di sollecitazione e impulso verso il Governo nazionale, l’unico che può e deve adottare i provvedimenti urgenti e necessari per affrontare al meglio questa emergenza gravissima.