Andria non può proprio farne a meno: ogni sera una ricorrenza diversa.
Un compleanno, un anniversario, un addio al celibato, una proposta di matrimonio, una serenata e, a voler essere fantasiosi, anche un buon affare concluso: il tutto puntualmente e rigorosamente contornato dagli ormai immancabili fuochi d’artificio.
Adolescenti o anziani, per gli andriesi, come per un capo firmato o per un’auto di lusso, i fuochi d’artificio sono il ‘must have’ della mezzanotte.
Non appena scocca il primo secondo di un nuovo giorno, Andria si illumina di colori e di rumori, manco fosse ogni giorno festa patronale.
Da un quartiere all’altro della città, dalla villa comunale a Santa Maria Vetere, passando dalla zona 167 e da via Bisceglie: una sinfonia di botti a cui non si può proprio porre rimedio.
Se prima si trattava di eventi sporadici e simpatici, che riuscivano a strappare un sorriso a chi li ammirava, ora è diventata una prassi fastidiosa.
I cittadini sono costernati: “Non si riesce più a dormire, i bambini non chiudono occhio”, oppure “Sono autorizzati? Non credo proprio” – questi alcuni dei commenti che si leggono sui social. Altri addirittura denunciano: “L’uso reale di questi fuochi é comunicare al territorio messaggi. Messaggi che confermano lo stato di fatto in cui ci troviamo, perché al peggio non vi é mai fine!”, o “Hanno più soldi i privati che il Comune”.
Per non parlare del disturbo che arrecano agli animali, primi tra tutti i cani e i gatti.
Gli unici giorni in cui non li sentiremo? Vista la situazione economica che vive Palazzo di Città, saranno probabilmente quelli in onore dei Santi Patroni.