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venerdì, 22 Novembre 2024
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Bullismo e violenze a Barletta: psicologi al fianco degli studenti

“Splendere è ancora possibile”, l’evento che si è tenuto ieri mattina nell’aula magna del Liceo classico statale, scienze umane e musicale "A. Casardi" di Barletta

Sensibilizzare al rispetto, al valore della alterità e alla educazione, a fronte dello scherno della diversità e delle forme di bullismo. Questo l’intento di “Splendere è ancora possibile”, l’evento che si è tenuto ieri mattina nell’aula magna del Liceo classico statale, scienze umane e musicale “A. Casardi” di Barletta.

L’iniziativa è stata promossa dall’Ordine degli psicologi della regione Puglia alla luce degli ultimi episodi di cronaca che si sono verificati a Barletta e che “impongono una riflessione profonda sul tema dell’aggressività, della rabbia e sul fallimento del linguaggio verbale a fronte dell’agire, della messa in azione, dell’acting out”, sottolinea il presidente degli psicologi pugliesi Vincenzo Gesualdo. “Gli adolescenti sono i soggetti che hanno subìto le maggiori ripercussioni durante la pandemia e adesso ne stiamo pagando le conseguenze. Come Ordine professionale, dunque, crediamo fermamente che si debba intervenire partendo proprio dai più giovani, la generazione più debole”.

Il progetto, peraltro, persegue gli obiettivi del Patto Educativo per il territorio della provincia di Barletta Andria Trani, promosso dalla Prefettura della Provincia Bat e al quale ha aderito anche l’Ordine degli psicologi regionale.

Barletta è stata la prima tappa di un nuovo percorso di formazione e sensibilizzazione che sarà successivamente portato nelle scuole di altre città pugliesi. “Saranno delle agorà psichiche dove i grandi temi della psicologia non saranno affrontati in modo istituzionale, ma con modalità più vicine ai giovani”, aggiunge Gesualdo.

A fare gli onori di casa il dirigente scolastico dell’istituto, la prof.ssa Serafina Maria S. Ardito: “Al fine di aderire fattivamente alla campagna di sensibilizzazione contro le sempre più emergenti forme di bullismo e cyberbullismo nella realtà giovanile, l’istituto “Casardi” ha ritenuto importante e significativo partecipare all’incontro di formazione volto ad operare una profonda riflessione su tali fenomeni. L’iniziativa deve essere considerata la prima tappa di un nuovo percorso sinergico tra le istituzioni che considera fondamentale il dialogo con i giovani per rifondare i legami sociali che devono basarsi sul rispetto e sul valore dell’alterità”.

All’incontro con gli studenti di Barletta è intervenuto lo psicologo e scrittore Tommy Dibari che, in un incontro di gruppo, ha affrontato argomenti come l’empatia, i tratti di personalità, l’importanza di essere imperfetti e il tema dei sentimenti. “Il nostro compito – afferma Dibari – è disseppellire la vita dall’alone di morte in cui è stata rigettata la terra. Tratteggiare un nuovo orizzonte: umano, psichico, antropologico, urbano. Guardiamola dal mare Barletta, per esempio, anche solo per gioco. Vedremo un’altra città, un punto di luce da cui ripartorire se stessa”.

Al primo appuntamento del progetto gli studenti del liceo barlettano hanno partecipato attivamente e, attraverso giochi ed esperienze dirette sul campo, hanno avuto la possibilità di conoscere e vivere in modo esperienziale i luoghi da cui l’anima è abitata. A destare molto interesse e curiosità è stata la lezione impartita da Francesco Curci, maestro di Muay Thai, circa il linguaggio del corpo nelle situazioni di pericolo. Ai ragazzi sono state illustrate pratiche di difesa personale e consigli utili, come assumere la postura corretta durante un’ipotetica aggressione verbale, al fine di incrementare autostima e sicurezza.

“Non si può più tollerare il buio della violenza” conclude il presidente degli psicologi pugliesi. “È fondamentale riflettere sulla natura predatoria di alcuni comportamenti in cui l’Io ancora una volta si riafferma a danno dell’altro. Siamo pronti come Ordine professionale ad intervenire in supporto delle istituzioni locali con interventi mirati per disinnescare quelle dinamiche relazionali che agevolano una cultura predatoria”.

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