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venerdì, 22 Novembre 2024
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Barletta – Il bullismo corre sui social. Gli psicologi pugliesi: “Prevenzione unica arma”

Il presidente dell’Ordine degli psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo interviene in merito all’episodio di bullismo avvenuto in strada a Barletta

Non solo criminalità, ma anche bullismo e violenza a Barletta negli ultimi giorni. Sta facendo il giro del web il video di una ragazzina aggredita in strada e picchiata da una coetanea. “Entrambe le vicende hanno come denominatore comune il linguaggio della violenza e la negazione del valore dell’altro come soggetto portatore di diritti”, sottolinea Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine degli psicologi della regione Puglia. “Siamo dinanzi ad un problema di deformazione educativa che si dipana dal livello macro sociale a quello delle relazioni familiari”.

L’odio per il prossimo prolifera a macchia d’olio e la sempre più carente offerta culturale e la mancanza di modelli di riferimento che educhino al rispetto per il prossimo non aiuta a frenare il dilagante fenomeno soprattutto tra i minorenni, come in questi ultimi casi di cronaca.

“Quello del bullismo – continua il presidente degli psicologi pugliesi – è un fenomeno che enfatizza i comportamenti di prepotenza e aggressività come unico canale comunicativo e relazionale che ha modificato il naturale comportamento sociale in esibizioni comportamentali esagerate, nelle quali ogni freno inibitorio è carente”.

L’accaduto pone le basi per una riflessione ben più ampia che riguarda una sorta di rigurgito di ribellione contro le maldicenze. Dalle immagini, infatti, si evince che l’intento dell’aggressore sia stato punire la coetanea per aver usato un appellativo non consono nei confronti di una amica. La scena è stata ripresa con uno smartphone ed è stata diffusa sul web, nelle chat di giovanissimi e non solo.

“Il cyberbullismo rappresenta una delle conseguenze più pericolose presenti nel mondo virtuale – spiega Gesualdo – un vero e proprio reato, in quanto sfrutta le insicurezze personali e le vulnerabilità delle vittime per causare loro umiliazioni e danni psicologici. Ansie, depressione e, nei casi peggiori gli istinti suicidi, sono le conseguenze psicologiche legate a questo fenomeno. Uno degli errori, del tutto comprensibile, che commette la vittima di cyberbullismo è quello di non parlarne con nessuno, assumendo quindi un atteggiamento passivo che altro non è che linfa vitale per i carnefici”.

Occorre individuare un’area di intervento che è quella dell’infanzia e dell’adolescenza in cui famiglie e istituzioni che si interessano dello sviluppo dell’individuo orientino i propri processi formativi e di socializzazione alla ricostruzione di sentimenti di identità. In quest’ottica la prevenzione, realizzata anche attraverso il potenziamento dei centri di ascolto per le famiglie ed i consultori familiari e la realizzazione del servizio di psicologia scolastica, si presenta come una strategia ineludibile e non procrastinabile.

“È fondamentale riflettere sulla natura predatoria di alcuni comportamenti in cui l’Io ancora una volta si riafferma a danno dell’altro. Occorre in questo caso predisporre interventi di psicologia di comunità al fine di recuperare il valore della alterità e della comunità solidale come contenitore sociale” – conclude Gesualdo.

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