“Negli ultimi giorni si sono susseguite una serie di notizie (spesso inesatte e/o fuorvianti, per la verità) che, tuttavia, hanno acceso i riflettori su un problema “storico” di Andria: quello del randagismo“.
Ad intervenire è il gruppo Andria Bene in Comune, forza politica a sostegno di Giovanna Bruno Sindaco.
“Problema che, in quanto tale, necessita di una soluzione. A maggior ragione perché il fenomeno del randagismo riguarda la sicurezza dei cittadini e degli animali che vivono nella nostra città.
Sul tema della sicurezza, infatti, la nostra Amministrazione ha già mosso passi importanti, con il completamento ed attivazione della Questura e l’attribuzione di aree comunali per la realizzazione delle nuove caserme di Carabinieri e Guardia di Finanza.
Nella nostra strategia complessiva, dunque, rientra anche la necessità di porre un freno al fenomeno del randagismo che, tuttavia, non può prescindere dal rispetto e dall’attuazione di quella che è la normativa di riferimento e dunque, nello specifico, della Legge Regionale n. 2 del 07/02/2020 che detta indicazioni sul randagismo e sulla protezione degli animali di affezione.
Questa norma stabilisce che, in tema di randagismo, gli attori interessati sono diversi: Regione, Comuni, ASL di riferimento ed Associazioni di protezione degli animali. Tutti questi soggetti devono lavorare in stretta collaborazione e sinergia tra loro, svolgendo ciascuna il proprio ruolo per la sua parte di competenza, pur nelle difficoltà organizzative, logistiche e finanziarie che ognuna di esse si trova ad affrontare.
I compiti e le competenze del Comune di Andria (e di tutti gli altri Comuni) sono quelle di dotarsi e di gestire canili sanitari e rifugio, vigilare per il benessere degli animali, collaborare con la ASL ed i servizi veterinari delle stesse per la cattura ed il censimento dei cani liberi sul territorio al fine della loro sterilizzazione, della temporanea custodia e della re-immissione sul territorio.
Su questo punto, l’attuale Amministrazione Comunale, ben consapevole delle sue competenze in materia di contrasto al fenomeno del randagismo, lo scorso giugno ha candidato un progetto che prevede la realizzazione una struttura per 200 esemplari ad un bando di finanziamento ministeriale per la realizzazione di canili. Progetto che, a dicembre, è risultato poi vincitore di un finanziamento di 1.160.000 euro. Oggi è già in atto la procedura di affidamento della progettazione esecutiva del canile, per la quale proveremo a ridurre i tempi tecnici al minimo necessario.
Questa Amministrazione, dunque, è stata la prima a prendere seriamente in considerazione il problema del randagismo e, mesi fa, ha già mosso i primi passi concreti per la realizzazione del futuro canile comunale di Andria.
A questa iniziativa, inoltre, si affianca l’azione quotidiana che il Comune di Andria comunque svolge insieme all’ASL BAT sul territorio per contrastare il fenomeno del randagismo. Le forze di Polizia Locale, infatti, hanno sempre riportato tempestivamente le segnalazioni dei cittadini e fornito il loro supporto all’ASL BAT, ente preposto alla cattura degli animali.
A tal riguardo, è bene specificare che il processo di cattura degli animali è tutt’altro che semplice: le operazioni, che vengono svolte da personale fornito dalla ASL, prevedono la circoscrizione dell’area, la narcotizzazione degli esemplari ed il loro trasporto presso appositi canili sanitari, presso i quali ricevono tutte le cure del caso (compresa sterilizzazione ed impianto del micro-chip) ed in cui possono alloggiare per massimo 60 giorni.
Al termine di questo periodo, gli animali vengono poi trasferiti nei canili rifugio fino alla loro adozione o alla loro re-immissione sul territorio, qualora le loro caratteristiche siano poco remissive e quindi inadatte alla adozione. In ogni caso, a partire dal momento del nostro insediamento a Palazzo di Città, sono state già effettuate 83 catture.
È bene specificare che il Comune di Andria si fa carico dei costi relativi alla gestione degli animali che vengono trasferiti nei canili rifugio, attualmente gestiti da privati, e che ammontano a circa 2 euro al giorno per ogni esemplare. Al momento sono presenti nei canili rifugio 115 animali, a fronte degli oltre 400 di qualche anno fa, e questo grazie soprattutto alla continua azione di sensibilizzazione alla adozione svolta nei confronti di associazioni e privati (237 da ottobre 2020).
Una volta realizzato il canile comunale, dunque, saremo in grado di dare una risposta sostanziale al problema, senza avere la necessità di ricorrere ai servizi offerti dai canili privati che attualmente comportano un notevole aggravio di costi sulle già precarie casse comunali.
Una parola di chiarezza infine va detta relativamente a quanto accaduto all’interno di Parco Europa la scorsa domenica. Poiché il branco si trovava già all’interno del parco, la Polizia Locale ha colto l’occasione per chiudere la recinzione ed evitare che gli animali tornassero per strada, dopo che nei giorni precedenti la loro presenza era stata segnalata dai cittadini in vari luoghi della città (Piazza Umberto I alle ore 7:30 del 17/02, Via Malpighi alle ore 8:30 del 18/02, Corso Europa alle ore 7:40 del 19/02). L’operazione, che si è svolta nel pieno rispetto della Legge, è avvenuta tra l’altro in un momento in cui l’ASL BT non era in grado di intervenire per la loro cattura.
Nessun lager quindi, nessuna violenza a carico degli animali e nessuna aggressione alla colonia felina del parco (i filmati girati sui social si riferiscono ad altri momenti, avvenuti in altri luoghi), ma la semplice mistificazione messa in atto da alcuni soliti noti per creare allarmismo.
L’invito ai cittadini è quello di continuare a segnalare prontamente la presenza di cani randagi, specie se in branco, assumendo nel contempo un atteggiamento prudente e non fornendo loro cibo.
Al contempo, ricordiamo che buona parte del fenomeno del randagismo è legato all’abbandono degli animali da parte di alcuni sprovveduti. Questa Amministrazione sorveglierà anche su questo” – conclude Andria Bene in Comune.