“Hamed era un bracciante agricolo di origine africana, uno dei tantissimi che anche a Barletta, per pochi euro e al nero, lavorano nelle campagne degli italiani in condizioni di gravissimo sfruttamento imposte loro dai proprietari dei terreni e dai loro caporali”.
Inizia così il racconto di Cosimo D. Matteucci, presidente dell’Ambulatorio Popolare di Barletta.
“Raccolta dell’uva, degli ortaggi e delle olive, ciclicamente, anno dopo anno, nella assenza di qualsiasi tutela, nella assenza dello Stato, della Regione e del Comune. La notte, per queste persone, si passa all’addiaccio, sotto qualche coperta o rifugiati in tenda, quando va bene.
Le tende sono fatte di stracci o teloni di plastica tesi su aste in ferro o pali in legno: condizioni igieniche e sanitarie drammaticamente inesistenti, protezione dal freddo prossima allo zero. Tende allestite nelle periferie, per non farsi vedere da nessuna e nessuno, nelle campagne o in spiaggia, o nella ex Cartiera di Barletta, o allo scalo merci della Stazione ferroviaria, o nel fabbricato dell’ex Anagrafe in Via Cialdini oppure in quello dell’ex Stazione teleferica di Barletta sulla Litoranea di ponente, a cui si riferiscono le foto allegate a questo post e in cui Hamed aveva deciso di rifugiarsi.
Hamed, invisibile forse più di tutti gli altri, una tenda nemmeno l’aveva, si riposava adagiandosi su un muretto di cemento coprendosi con coperte che forse erano riuscite a riscaldarlo gli altri giorni: ma non il 15/02/2021.
Moriva così, moriva di freddo a Barletta, dopo che la pioggia incessante nei giorni precedenti aveva allagato tutto il fabbricato rendendo persino impossibile l’accensione di un focolare, l’unica fonte di riscaldamento per lui e tutti gli altri invisibili della ex Stazione teleferica di Barletta, e non solo.
E questo si verifica ogni anno, si verifica sempre. Noi non vogliamo e non dobbiamo dimenticare Hamed, noi non vogliamo e non dobbiamo dimenticare tutte le persone sfruttate, reiette ed emarginate.
Chiamiamoci tutte e tutti domenica 20/02/2022, alle ore 10:00, proprio presso il fabbricato della ex Stazione delle teleferica di Barletta, per un evento commemorativo, partecipato con la comunità islamica cittadina, in ricordo di Hamed Saki e in solidarietà con tutte le persone che il sistema ha costretto ad una vita di stenti, di sfruttamento e di povertà, e che da quel sistema dovrebbero essere affrancate ed emancipate.
Per Hamed Saki, in ricordo di una persona che non deve essere dimenticata” – conclude Matteucci.