Violenza allo stato puro quella che si è consumata sui libri, sui quaderni, sulle pareti, sugli oggetti a servizio della comunità della scuola don Tonino Bello di Andria.
Violenza che ieri mattina, al suono della campanella, è stata percepita dagli alunni, dai docenti e dagli operatori scolastici che hanno varcato la porta di ingresso di quella che in parte è casa loro.
Non è difficile immaginare come possano essersi sentiti, trovando le loro cose a soqquadro, calpestando i resti di computer vandalizzati, su un tappeto di fogli e polvere degli estintori sversati. Sgomento, tristezza e rabbia.
Ma anche voglia di reagire, perché quello è un territorio che da anni lavora sulla legalità e sull’educazione civica.
Un quartiere che ha sperimentato il riscatto sociale con iniziative culturali e aggregative, in un percorso in cui proprio la scuola è stato baluardo di coinvolgimento.
Saranno le indagini a chiarire l’accaduto. Sarà stata una ragazzata o altro, si capirà.
Resta, forte, il dato di una emergenza sociale ed educativa che impone attenzioni straordinarie da parte di tutti.
Partendo anche da un maggior presidio delle forze di polizia sul territorio.