“La macchina dei controlli è partita nella città di Andria. Dopo anni di lassismo, dopo l’ultimo disastroso bilancio dell’attuale attività amministrativa, con l’arrivo del neo Comandante della Polizia Locale cambiano le regole o meglio si mettono i puntini sulle ‘i’.
Dalle buste biodegradabili alle occupazioni abusive degli spazi ed aree pubbliche da parte di ambulanti e negozianti fino ai cartelli riportanti il prezzo di vendita dei prodotti passando per il rispetto degli spazi assegnati nel mercato settimanale fino ai dehors e posizionamento dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti.
Un fulmine a ciel sereno che coglie di sorpresa i commercianti andriesi, già fortemente stressati da mille avversità e dall’elevatissima tassazione locale”.
Non tarda ad arrivare la reazione di Unibat, l’Associazione Autonoma ed Indipendente di rappresentanza delle Imprese.
Dall’Ufficio di Presidenza del Sodalizio cui proprio in queste ore giungono richieste di intervento da parte di coloro che si sentono nel mirino, fanno sapere: “La macchina dei controlli opportunamente messa in moto dal Comando della P.L. può essere efficiente e propositiva solamente qualora supportata da un sistema normativo e regolamentare chiaro e trasparente.
A proposito dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti – proseguono da Unibat – la trasparenza non è certo alla base di provvedimenti molto discutibili. Se da un lato i Vigili addetti ai controlli continuano a sostenere che i cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti vadano tenuti all’interno degli esercizi commerciali, dall’altro la Asl e i Nas mai approverebbero che quei cassonetti puzzolenti, raramente sottoposti al lavaggio ed alla manutenzione, possano coesistere con un ambiente, quello dei pubblici esercizi bar, ristoranti, pizzerie, fruttivendoli, macellerie, pescherie, dove deve garantire il massimo dell’igiene per salvaguardare la salute pubblica.
E’ impensabile che una pizzeria possa tenere al suo interno addirittura tre cassonetti del servizio pubblico per la raccolta differenziata, di dimensioni enormi, oltre ai cestini per la raccolta differenziata dei rifiuti degli avventori che consumano nei locali. Sarebbe un immondezzaio inguardabile e assolutamente fuori legge.
La questione, in verità, è stata più volte e ripetutamente sollevata dal presidente Savino Montaruli che ha sollecitato soprattutto la Asl, anche nel corso degli incontri presso il Suap, a dare indicazioni chiare nel merito senza lasciare la patata bollente che passa dalle mani dei vigili a quelle degli esercenti.
L’auspicio è che giunga finalmente un chiarimento finale che dia certezze in un contesto quanto mai disorientante, in un clima di fortissimo scollamento istituzionale dove non si può continuare al gioco del gatto e del topo.
Alla fine il quesito resta: il cassonetto, dove lo metto? Dove lo tengo?” – concludono la nota.