Un mister motivato e carismatico, pronto a pilotare il nuovo corso del Bisceglie attraverso quelle doti – temperamento e predisposizione al sacrificio, a supporto delle indubbie competenze tecniche e tattiche – che gli appassionati nerazzurri ebbero già modo di apprezzare nella sua breve ma significativa parentesi da calciatore.
Danilo Rufini è l’allenatore del Bisceglie che sarà al via del prossimo campionato di serie D. Originario di Cosenza, 49 anni compiuti l’11 luglio scorso, torna nella città dei Tre Santi dopo l’esperienza nell’annata 2009/10 (campionato di Eccellenza) allorché, nel segmento finale di una brillante carriera da centrocampista con più di 200 presenze tra i professionisti, contribuì al raggiungimento di una tranquilla salvezza.
Il suo percorso di tecnico comincia nel 2011 da San Severo, città in cui risiede, dove colleziona subito due promozioni di fila conducendo i giallo-granata in serie D. Dopo un anno sempre con la compagine dell’Alto Tavoliere nel massimo campionato dilettantistico nazionale, Rufini riparte dalla Promozione pugliese salvando in corsa l’Apricena con una prodigiosa rimonta dall’ultimo posto.
A seguire matura gratificanti esperienze sulle panchine di San Salvo (Eccellenza abruzzese, con cui vince la Coppa Italia regionale) e Milazzo (Eccellenza siciliana, rileva la guida tecnica con la squadra in fondo alla classifica e raggiunge la semifinale playoff, oltre ad imporsi ancora una volta nella Coppa regionale di categoria).
Nella stagione 2017/18 Rufini centra il “double” al timone del Brindisi (vittoria nel campionato di Promozione e trionfo in Supercoppa), mentre l’anno successivo è protagonista di un eccellente avvio sempre sulla panchina biancazzurra (4 vittorie nelle prime 5 giornate) prima di essere inopinatamente sollevato dall’incarico.
Alla guida del Manfredonia il capitolo più recente del neo mister nerazzurro (2020/21): brillante secondo posto in regular season ed imbattibilità mantenuta fino all’ultima giornata, quindi il rocambolesco stop nella semifinale playoff per mano dell’Audace Barletta.
Ora, a 7 anni dalla prima esperienza in D, il tecnico di origini calabresi torna sul proscenio della quarta serie con l’obiettivo di riportare entusiasmo in una piazza desiderosa di risollevarsi dallo smacco della beffarda retrocessione del maggio scorso.