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venerdì, 8 Novembre 2024
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Covid, Gimbe avverte: “Calo casi fino a metà maggio, poi i contagi aumenteranno”

"Le riaperture sono una decisione politica sul filo del rasoio, ma inevitabile. Serve la massima collaborazione dei cittadini per non compromettere la stagione estiva"

Un’Italia divisa tra rosso-arancione: gli effetti delle attuali restrizioni imposte dal Governo Draghi si protrarranno almeno sino alla metà di maggio: di conseguenza nelle prossime settimane “continueranno a scendere i nuovi casi e a ridursi la pressione sugli ospedali”.

La previsione è della Fondazione Gimbe, che ha lo scopo di promuovere e realizzare attività di formazione e ricerca in ambito sanitario.

“Ma il progressivo ritorno al giallo determinerà “inevitabilmente” una risalita della curva dei contagi, da un lato mitigata dalla ridotta probabilità di contagio all’aperto per l’aumento delle temperature che riduce l’effetto aerosol, dall’altro alimentata dall’aumento dei contatti sociali e, soprattutto, dal mancato rispetto delle regole”.

“In ogni caso, non è possibile in tempi brevi ridurre l’incidenza settimanale dei nuovi casi al di sotto di 50 casi per 100.000 abitanti, soglia massima per poter riprendere un tracciamento efficace, abbandonato da tempo e mai potenziato dalle Regioni” – spiega all’ANSA il Presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta.

“Sul fronte vaccinazioni è realistico mettere in sicurezza over 70 e fragili entro l’inizio dell’estate. Questo avrà un impatto rilevante su ospedalizzazioni e decessi, ma non sulla circolazione del virus che richiede di mantenere tutte le misure individuali, come ribadito dal Presidente Draghi”. 

“Le riaperture sono una decisione politica sul filo del rasoio, ma inevitabile. Serve la massima collaborazione dei cittadini per non compromettere la stagione estiva, evitando il “liberi tutti” per non arrivare ad una nuova impennata dei casi” – ha poi spiegato Cartabellotta che osserva come la circolazione del virus sia ancora rilevante, seppur con notevoli differenze regionali.

“La Fondazione GIMBE – dichiara Cartabellotta – al fine di evitare ogni forma di strumentalizzazione politica dei dati e per una corretta informazione della popolazione ribadisce il quadro attuale della pandemia e della campagna vaccinale”.

A fronte della progressiva riduzione dei nuovi casi settimanali, i casi attualmente positivi sono oltre 505mila, “numero peraltro sottostimato dall’insufficiente attività di testing & tracing”.

La curva dei ricoveri con sintomi, dopo aver raggiunto il picco (29.337) il 6 aprile, ha iniziato la discesa con una riduzione del 18% in 11 giorni: i numeri assoluti sono ancora molto elevati (24.100) e la soglia di saturazione è maggiore del 40% in 5 Regioni.

Anche la curva dei pazienti in terapia intensiva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), ma la discesa è più lenta con una riduzione del 10,7% in 11 giorni: rimangono occupati 3.340 posti letto con soglia di saturazione maggiore del 30% in 13 Regioni. Ma, soprattutto, la media di ingressi giornalieri rimane intorno a 200.

“La Fondazione GIMBE – conclude Cartabellotta – è una decisione politica sul filo del rasoio guardando ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali, ma inevitabile in questo momento storico per rilanciare numerose attività produttive e placare le tensioni sociali. Perché spetta alla politica contemperare il diritto alla tutela della salute con gli altri diritti e libertà tutelati dalla Costituzione.

Tuttavia, tale decisione richiede la massima collaborazione della popolazione e un adeguato supporto dei servizi sanitari perché, con l’attuale livello di circolazione del virus, il ‘liberi tutti’ rischia di far impennare nuovamente la curva dei contagi con il rischio di compromettere la stagione estiva”. 

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