“Compie 99 anni oggi 25 febbraio (n.d.r.) ma non li dimostra affatto: la LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, forte dei suoi quasi 400 ambulatori, 106 associazioni provinciali e migliaia di volontari su tutto il territorio nazionale, è da sempre al fianco di chi combatte contro la malattia e in prima linea con programmi e iniziative per la diffusione della cultura della prevenzione come metodo di vita.
Un impegno che non è venuto meno ma si è, al contrario, intensificato con l’emergenza Coronavirus che, non solo ha messo in ginocchio il nostro sistema sanitario, ha anche inciso negativamente sulla prevenzione oncologica.
A fronte di questo, ripetuti sono stati gli appelli della LILT affinché i malati di tumore fossero tra i primi a ricevere il vaccino e l’ente ha anche messo a disposizione la sua rete di ambulatori per istituire punti vaccinazione oncologici in sinergia con le regioni.
“La pandemia da COVID-19 ha incredibilmente ridimensionato il livello d’attenzione nei confronti della pandemia tumori, le cui drammatiche conseguenze le registreremo nei prossimi anni in termini di trattamenti, prognosi, quantità e qualità di vita – ha detto il Presidente Nazionale della LILT Francesco Schittulli – specie per i 5 tumori big killer: polmone, colon-retto, prostata, vescica e seno” e ha aggiunto “I tumori non vanno in quarantena e si stimano che saranno quest’anno oltre 380.000 i nuovi casi di cancro in Italia, e 21 milioni le nuove diagnosi di cancro nel mondo, numeri in salita che hanno prodotto in Italia circa 183.200 morti di cancro nel 2020, e che vedono il carcinoma della mammella il più diagnosticato con 55.000 nuovi casi”.
Di fronte a questo scenario allarmante la LILT non smette però di ribadire, attraverso iniziative e campagne nazionali di sensibilizzazione, che il cancro, se diagnosticato precocemente, può essere sconfitto: indispensabili i controlli medico-strumentali periodici e condurre uno stile di vita sano.
“Non ci si deve ammalare e morire di cancro – l’appello rivolto da Schittulli – perché si tratta di una malattia crudele ma guaribile in oltre l’80% dei casi se diagnosticato precocemente e che dovrebbe ormai smuovere concretamente le coscienze dei rappresentanti delle Istituzioni ad investire in salute e non in malattia”.