Con la raccolta del leccino nel Salento è iniziata la scorsa settimana la campagna olivicola in Puglia. Nel complesso sul territorio regionale ci sono preoccupazioni per il calo della produzione e le alte giacenze. Circostanze che si sommano a quella che in Puglia è oramai una preoccupazione cronica nel settore olivicolo: i danni provocati dalla Xylella fastidiosa e il suo diffondersi.
“Già dai giorni scorsi, alcuni produttori salentini hanno iniziato la raccolta delle olive e in Puglia ci attendiamo un’ottima qualità ma una produzione bassa. Prima di guardare al futuro, tuttavia, occorre guardare le giacenze” – dice il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro”.
Lo stock di olio detenuto in Italia al 30 settembre 2020 ammonta a 260.168 tonnellate. In Puglia è conservato il 31,6% di queste giacenze. Se si guarda alle province pugliesi, quella di Bari da sola detiene il 15% del totale seguita dalla Bat con il 7 per cento.
“In merito al calo di produzione – rileva Lazzàro – Confagricoltura Puglia ha approntato una stima sulla diminuzione della produzione delle olive nelle province: nella zona di Bari il calo è previsto in circa il 70% in meno rispetto al 2019; Brindisi, circa 40% in meno; Lecce circa il 75%; Taranto, circa il 25% in meno rispetto allo stesso periodo, Foggia circa il 20% in meno”. Per il presidente del settore olivicolo di Confagricoltura, Pantaleo Greco, “In Puglia c’è una riduzione generalizzata ma non omogenea.
Fattori non controllabili come siccità, gelate, grandinate possono provocare cali drastici nella produttività di un’annata, ma possono anche avere ripercussioni più rilevanti, che comprendono un periodo di tempo più ampio. Il 2020 sarà ricordato come annata di scarica. In più a questo si aggiungono i problemi fitosanitari e la mancanza di programmazione e controlli alle frontiere difficili da attuare sulla provenienza dell’olio”.
“L’intero settore olivicolo Pugliese nel 2020 rischia di finire stritolato tra la Xylella, il calo di produzione e le eccessive giacenze, situazione estremamente pericolosa anche per i possibili tentativi di truffa che si possono innescare.”
Per Confagricoltura Puglia “è necessario che le istituzioni nazionali e regionali mettano a punto misure urgenti di sostegno e soprattutto strategie per il futuro dal momento che in Italia manca da troppo tempo un forte piano olivicolo”. Nell’area infetta sono ripartiti lentamente i reimpianti delle cultivar ad oggi consentite, ma è necessaria la massima prudenza in attesa di nuove cultivar per favorire al massimo la biodiversità e per individuare ulteriori forme di resistenza/tolleranza ancora maggiori di quelle rinvenute e ulteriormente da investigare.
“Bisogna privilegiare i veri agricoltori con misure che possano sostenere il loro reddito e favorire l’innovazione e va fatto urgentemente prima che la situazione diventi davvero irreparabile”.