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giovedì, 13 Febbraio 2025
HomeCanosa di PugliaCanosa – Altri 3 cibi locali riconosciuti nei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali)

Canosa – Altri 3 cibi locali riconosciuti nei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali)

Ad essere inseriti lo scorso 4 febbraio 2025 in questa lista, sono stati la "Mostarda di uva di Troia", "Li’mbriachidde di Canosa di Puglia" e “L’Uva terrizzuolo (trezzùle)"

L’elenco dei PAT – Prodotti Agroalimentari Tradizionali, si arricchisce di ulteriori tre prodotti di Canosa di Puglia.

Infatti, dopo i riconoscimenti ottenuti per la sfogliatella, il pane a prosciutto, gli strascinati di grano arso e l’olio extravergine cultivar coratina (che sono andati ad aggiungersi alla percoca), ad essere inseriti lo scorso 4 febbraio 2025 in questa lista grazie all’impegno della consigliera comunale Antonia Sinesi sono stati la “Mostarda di uva di Troia”, “Li’mbriachidde di Canosa di Puglia” e “L’Uva terrizzuolo (trezzùle)”.

E’ questo quanto disposto con delibera n.00052 dal Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Ambientale – Sezione Competitività delle Filiere Agroalimentari – Servizio Associazionismo Qualità e Mercati della Regione Puglia.

LA MOSTARDA DI UVA DI TROIA

La “mostarda” è una forma di confettura tipica preparata esclusivamente con “uva di nero di Troia”, in quanto è la varietà maggiormente coltivata nell’agro di Canosa di Puglia.

“LI’ MBRIACHIDDE”

Sonotaralli dolci con sentore di vino aromatico, considerati una variante del tradizionale tarallo al vino per via dell’impiego nella preparazione di un vino a bacca bianca derivante da un vitigno specifico detto “l’Ubbriachiello”, conosciuto nel dialetto locale come “mbriacchìdde”, da cui prendono il nome.

L’UVA TERRIZZUOLO (trezzùle)

Nei prodotti vegetali allo stato naturale è stata registrata l’Uva “terrizzuolo (trezzùle)” coltivata nell’agro di Canosa di Puglia. Si riconosce per la bacca bianca di colore giallo paglierino, dal profumo aromatico con sentori floreali e fruttati affiancate anche da quelli erbacei. Caratteristiche: polpa molto carnosa, dolce e poco acida, saporita, gradevole con 2 o 3 vinaccioli per acino, piccoli, panciuti e bruni. E’ una tipica coltivazione a spalliera alta, una delle più antiche del territorio.

Il riconoscimento PAT tutela i prodotti “ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni”.

Sotto il marchio PAT rientrano quindi tutti quei prodotti agroalimentari che hanno un legame intenso con il territorio, radicato nel tempo, e che ne sono diventati un’espressione, con la loro unicità.

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