È emersa, la settimana scorsa, una situazione di forte trascuratezza da parte degli addetti ai lavori, nei pressi della ciottolata di Capo Colonna e la Baia del Pescatore a Trani, che se ignorata e evitata rischia di trasformarsi in un enorme disastro ambientale.
I luoghi, separati da qualche centinaia di metri l’uno dall’altro, sono ad oggi “abitati” dai più disparati rifiuti: che vanno dai detriti di plastica, legna, un copertone d’auto destinato al mare e persino resti di una barca abbandonata, un tempo dedicata al salvataggio, ora simbolo di incuria.
Una vicenda che racconta una storia di abbandono e irresponsabilità.
La presenza di rifiuti lungo le coste, così come la carcassa di una barca, non si limitano a segnalare un pericolo di irresponsabilità, ma soprattutto di contaminazione dell’ecosistema marino: ogni giorno passato nella sedimentazione dei rifiuti, è un giorno in più verso l’inquinamento da microplastiche delle acque e l’irrimediabile disfacimento della biodiversità della baia.
Il silenzio è spezzato soprattutto dalle organizzazioni ambientaliste, come Legambiente, che da sempre sono impegnate nella pulizia e manutenzione delle rive, spesso al posto degli organi di competenza.
Nonostante le forti manifestazioni di preoccupazione e sollecitazioni delle organizzazioni, la situazione è rimasta invariata: le critiche si sono da sempre incentrate sulla qualità delle acque e la mancanza della Bandiera Blu a Trani.
Inoltre, il disagio perpetua un’immobilità che si allaccia molto bene allo stato di abbandono di luoghi come il Teatro Open Air, in Piazza Teatro, o Villa Bini: ambedue dimenticate dalle istituzioni.
Le cause possono essere molteplici: risorse limitate, altre priorità o la difficoltà di dare visibilità a questioni apparentemente locali ma di portata universale.
Il problema può essere affrontato in molteplici modi, iniziando sempre però con un cambio di passo. Alcuni sono già stati implementati, altri avrebbero bisogno di una leggera “spinterella” tramite i mezzi di comunicazione dell’amministrazione.
Le modalità sono le seguenti:
-Interventi urgenti di bonifica: le istituzioni devono intervenire per rimuovere i rifiuti e restituire dignità alla baia;
-campagne di sensibilizzazione: Coinvolgere cittadini e turisti in iniziative di pulizia e sensibilizzazione ambientale;
-collaborazione con associazioni ambientaliste: Le organizzazioni locali e nazionali devono essere coinvolte per amplificare la portata del problema e garantire una soluzione duratura.
La Baia del Pescatore e Capo Colonna rappresentano un bacino di incontro per i cittadini, oltre a un patrimonio turistico della città, necessitano quindi di tutela e valorizzazione.
I silenzi, i ritardi, e le mancate prese di posizionano, alimentano l’irrimediabile perdita del nostro patrimonio, ma ora la domanda che sorge è un’altra: siamo pronti a combattere per la loro salvaguardia, o per molti non ne vale la pena?
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