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venerdì, 17 Gennaio 2025
HomeAndriaAndria – Oggi 4 anni del bar tra le “sbarre”

Andria – Oggi 4 anni del bar tra le “sbarre”

Quattro famiglie sfollate e danni per oltre 600mila euro

Il bar tra le “sbarre” può sembrare il titolo di un film, ma è quello che sta accadendo nel pieno centro di Andria.

Sono trascorsi esattamente 4 anni da quel lontano gennaio 2021, quando un’attività commerciale e quattro nuclei familiari furono costretti a lasciare il proprio locale e le proprie abitazioni e trasferirsi altrove.

Da quel momento quell’immobile è rimasto lì, in preda all’incuria e alla fatiscenza, sorretto da pali in legno che lo circondano, giaciglio di piccioni e animali notturni che lo abitano (almeno loro), vittima del tempo e della burocrazia.

Stiamo parlando dell’ormai “rudere” di via Attimonelli ad Andria, che si affaccia sulla centralissima piazza Umberto I, proprio di fronte a Palazzo di Città.
L’insegna del “Bar Garden”, in passato ritrovo e punto di riferimento di residenti e di amministratori locali per concedersi una pausa e un breve ristoro dalle attività quotidiane, ora giace inerme e nascosta tra le travi.

Ma andiamo in ordine, tutto inizia il 15 dicembre 2020, quando il Comune di Andria emana l’Ordinanza Sindacale n. 418, che intima lo sgombero degli immobili di via Attimonelli, angolo piazza Umberto I.

Il motivo della Determina Comunale è da ricercare, molto probabilmente, in in una rottura delle tubature dell’acquedotto che compromette la stabilità delle fondamenta della struttura.
Il mese successivo si procede alla messa in sicurezza del luogo attraverso pali in legno per evitare un eventuale collasso dell’immobile.

La vicenda non interessa solo il palazzo del Bar Garden, ma anche l’immobile adiacente, con il risultato di quattro famiglie e il titolare del bar, e di un’altra attività commerciale, che sono costrette a trasferirsi in altri locali e intraprendono azioni legali per essere risarciti per il danno economico che stanno subendo.

Da allora sono stati instaurati due giudizi, il primo è stato un accertamento tecnico preventivo che rilevasse sia le cause che i danni verificatisi, poi un giudizio di merito, ancora pendente, in cui è stata inserita una nuova perizia tecnica.

A breve è quindi prevista una nuova udienza in cui si discuterà delle nuove risultanze della consulenza tecnica.

Ma quali sono le prospettive della palazzina? Potrebbe in futuro tornare abitabile o andrebbe comunque abbattuta e poi ricostruita?

I tecnici sarebbero più propensi all’abbattimento e alla successiva ricostruzione dell’intero immobile, per dare ancor più stabilità alla struttura e per eliminare definitivamente qualsiasi possibile tipo di rischio.

Ma per i proprietari, per i quali c’è sicuramente un legame affettivo, non è scartata nemmeno l’ipotesi ristrutturazione, ovviamente con interventi mirati che eliminino crepe e danni creatisi fino a questo momento.

Il danno economico, subito dai residenti e dai proprietari delle attività commerciali, ammonta presumibilmente a oltre 600mila euro.

E’ sottinteso che la giustizia deve fare il suo corso con tutti i suoi tempi, ma, a distanza di 4 anni, fa specie vedere il piano urbanistico comunale deturpato, proprio di fronte al Palazzo principale della città, e sapere che 4 famiglie non hanno ancora il diritto legittimo di rientrare nella propria casa.

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