La Biblioteca “Giovanni Bovio” di Trani si è confermata negli ultimi anni un polo di vivacità culturale, capace di attrarre ogni giorno centinaia di studenti, lettori e cittadini che la scelgono come luogo di studio, incontro e scambio di idee.
La grande affluenza è un segnale positivo, che dimostra il lavoro svolto dall’amministrazione per promuoverne l’efficacia e l’efficienza, costruendo intorno a sé una comunità che ama e utilizza questo spazio, rendendolo uno dei poli culturali più frequentati della città.
Tuttavia, il suo successo mette in evidenza un problema sempre più evidente: la biblioteca non riesce più a soddisfare la crescente domanda.
Con 150 posti a sedere distribuiti tra sale studio e spazi relax, la struttura accoglie quotidianamente un numero straordinario di persone. Per cercare di organizzare meglio l’afflusso, è stato introdotto un sistema di prenotazione online sul portale Si.Bi. BAT, che ha migliorato la gestione degli accessi.
Ma questo non basta a evitare situazioni di sovraffollamento, che penalizzano soprattutto gli studenti universitari.
“È bellissimo vedere così tante persone che frequentano la biblioteca,” racconta uno studente abituale, “ma spesso diventa quasi impossibile trovare un posto per studiare. Servirebbe una struttura più grande o addirittura una seconda biblioteca.”
La direttrice della biblioteca, Daniela Pellegrino, accoglie con orgoglio l’entusiasmo dei frequentatori, ma riconosce le difficoltà: “La Biblioteca Bovio sta facendo del suo meglio con gli spazi a disposizione, ma il sovraffollamento è una sfida quotidiana. Con 150 posti disponibili, tra sedute tradizionali e divanetti, stiamo raggiungendo il limite delle nostre capacità. Una seconda biblioteca sarebbe necessaria per rispondere alla domanda crescente.”
La presenza massiccia di utenti, pur essendo un segnale positivo, ha generato anche conflitti tra le diverse esigenze. Frequentatori abituali, come i lettori di quotidiani, lamentano la perdita di spazi tranquilli, mentre le sale conferenze, pensate per eventi culturali, vengono talvolta utilizzate per studio o altre attività. “Questo tipo di adattamenti,” spiega Pellegrino, “rischia di compromettere l’identità degli spazi, che invece dovrebbero mantenere la loro funzione originale.”
Nonostante queste criticità, la Biblioteca Bovio resta un modello di inclusione e partecipazione. È un luogo dove si respira cultura, dove giovani e meno giovani trovano una casa comune, e dove il fermento della comunità dimostra quanto Trani tenga al sapere e alla condivisione.
“L’amministrazione comunale ha manifestato interesse nel creare una nuova struttura,” conclude Pellegrino, “ma al momento mancano le risorse per realizzare questo progetto. Tuttavia, non possiamo fermarci: la Bovio è il cuore pulsante della cultura cittadina, e dobbiamo assicurarci che possa continuare a esserlo”.
La Biblioteca Giovanni Bovio è un tesoro per Trani, un luogo che dimostra quanto la cultura possa essere viva e partecipata. Ora, però, è necessario investire per garantire che questo successo non si trasformi in un limite, ma in un trampolino verso nuove opportunità.