Il settore della pesca a Trani sta vivendo, già da diversi anni, un momento di grave difficoltà, con una crescente precarietà strutturale che ha messo a dura prova la sostenibilità del lavoro.
In questo contesto, l’intervento delle istituzioni locali sarebbe stato essenziale per garantire la sopravvivenza del settore.
Proprio per il malumore generalizzato, la Flai Cgil Barletta, Andria, Trani, dopo aver ascoltato i pescatori della provincia durante un’iniziativa pubblica risalente al 9 novembre 2024, aveva chiesto un tavolo di discussione con il primo cittadino Amedeo Bottaro, che a distanza di quasi due mesi ancora non risponde.
Essenziale l’intervento, negli scorsi giorni, del Segretario Generale Flai Cgil BAT, Gaetano Riglietti, che ha sottolineato fra le cause, oltre al caro gasolio e i costi di gestione delle imbarcazioni ( problema che non è direttamente determinato dalla giunta, ma più radicato nelle politiche nazionali ), quanto segue:
“Nasce la necessità di una struttura comunale per la realizzazione di un mercato ittico, a disposizione di tutti gli addetti ai lavori. Inoltre, si potrebbero incentivare le future generazioni, tramite ammortizzatori sociali, a far sì che il mestiere più antico al mondo non scompaia definitivamente”.
Il mercato ittico è stato spesso oggetto di discussione della politica locale: da quando nel 2014 l’assessore Vincenzo Todisco, delegato alle attività produttive, dibatteva sulla delicata e storica questione dell’assenza di un mercato ittico locale e l’abusivismo nel commercio del paese; alla risposta, più concreta, a queste preoccupazioni da parte dell’amministrazione comunale nel 2020, con un progetto denominato “mercato ittico diffuso”, candidandosi a un bando regionale con una proposta del valore di 150.000 euro.
Più interessante la seconda, poiché il progetto avrebbe previsto l’installazione di 12 banchi vendita, una bacheca informativa, un totem e 12 tablet per facilitare la vendita del pescato.
A distanza di quattro anni, nessun risultato derivato dal bando, diversamente dall’escalation di critiche e lotte all’inesistenza di un salva vita ittico, tutti interventi che si sono sempre fermati, però, su un piano di rabbiose azioni inconcludenti, quando, invece, servirebbe un maggiore incontro tra le parti, cioè un dialogo concreto tra l’amministrazione comunale e gli addetti al lavoro ittico.
È necessario che il sindaco Bottaro risponda alle richieste urgenti degli addetti al settore, avviando un discorso serio su possibili soluzioni condivise che possano davvero supportare e rilanciare la pesca locale.