“L’accoglimento da parte della Commissione Permanente della Convenzione di Berna della richiesta da parte dell’Unione europea di declassare lo status del Lupo da specie particolarmente protetta a semplice specie protetta rappresenta una sconfitta per tutti coloro che in questi anni si sono battuti per la protezione del Lupo” – a dichiararlo è la Federazione Nazionale Pro Natura.
“Il Lupo è stato in questi anni un elemento simbolico di naturalità e di protezione attorno al quale si sono incentrate le istanze di contenimento della perdita di biodiversità che purtroppo procede in
modo inarrestabile.
Si tratta anche di una decisione che non ha tenuto conto del parere di buona parte del mondo
scientifico, che al di là dell’espansione numerica che la specie ha avuto negli anni la ritiene ancora
una specie esposta a pericoli di declino.
Purtroppo, a seguito della spinta delle forze più retrive l’Unione europea con questa richiesta
evidenzia una ostilità nei confronti della natura e della sua conservazione.
Con la decisione assunta temiamo che molti passi in avanti effettuati in questi decenni possano
essere cancellati, per riportarci ad una situazione di molti decenni fa in cui le persone si sentano
legittimate a farsi giustizia da sé nei confronti di alcuni animali ritenuti pericolosi.
Dagli anni ‘70 del secolo scorso, in cui si stimavano un centinaio di lupi rimasti sul territorio
italiano, dispersi in piccoli gruppi lungo la catena appenninica, grazie alle norme di tutela e alle
campagne di sensibilizzazione, questa specie è riuscita a riprendersi numericamente e a rioccupare gli spazi da cui la feroce persecuzione a cui era sottoposta l’avevano scacciata.
Un intenso lavoro era stato effettuato non solo dal mondo scientifico e da quello ambientalista, ma
anche dalle Amministrazioni più attente e sensibili per convincere gli allevatori ad attuare le misure di prevenzione più efficaci per la legittima difesa del bestiame, utilizzando cani di guardiania, recinzioni idonee ecc.
Temiamo molto che, con questo declassamento, tutto il lavoro svolto possa andare perduto
ritornando a comportamenti che non prevedano la dissuasione ma l’eliminazione fisica di questo
predatore.
Purtroppo, come la cronaca frequentemente riporta, il bracconaggio e l’uccisione di numerosi
individui non è mai terminato e temiamo e anche dove gli abbattimenti dovessero avvenire, questi, siamo certi, andranno a sommarsi alle numerose uccisioni volontarie, incidenti stradali e non solo.
Dunque, un ritorno al passato. Ancora una volta non si trova nulla di meglio che regolare i conti con alcuni animali con l’uso del fucile.
Tra l’altro ignorando che il lupo negli ultimi anni era diventato nei confronti di alcune specie
particolarmente invasive e problematiche come le nutrie un efficace predatore, limitandone il
numero e i danni causati, ad esempio, alle arginature fluviali e alla vegetazione palustre ecc.
Di non minore importanza il suo ruolo nel contenimento di ungulati, e soprattutto di cinghiali, con
un ruolo di contenimento delle popolazioni particolarmente utile nelle aree in cui la peste suina si
sta diffondendo verso i maiali allevati. Cinghiali che frequentemente il lupo trova morti o feriti a
seguito delle battute di caccia che non è stato possibile recuperare per i terreni particolarmente
impervi.
Ci auguriamo che al di là delle prime dichiarazioni soddisfatte di alcuni decisori politici a partire dal
Ministro Lollobrigida, molta parte delle persone sia sufficientemente sensibile e in grado di
contrastare quella che sembra un vero e proprio accanimento nei confronti dei predatori, della alla
fauna e della biodiversità” – conclude la Federazione Nazionale Pro Natura.