Si è concluso venerdì mattina, 15 novembre 2024, dinanzi al GUP del Tribunale di Trani il processo che vede imputato il 53enne andriese arrestato lo scorso gennaio per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori in danno della ex moglie, difesa dallo Studio legale Aduasio, e della figlia maggiorenne.
L’uomo era stato trovato – a bordo della propria autovettura e nelle vicinanze dell’abitazione di quelle che probabilmente sarebbero state le vittime – in possesso di un coltello lungo circa 38 centimetri: aveva detto ai Carabinieri che lo avrebbe utilizzato per uccidere la figlia maggiorenne e la moglie da cui è separato.
Era stato il responsabile di un centro di recupero per alcolisti della città a segnalare alla centrale operativa di aver ricevuto messaggi WhatsApp da un utente del centro, il 53enne in questione appunto, che gli aveva confidato le sue intenzioni. A quel punto era stato rintracciato mentre le due donne messe in sicurezza.
L’andriese (attualmente agli arresti domiciliari) è stato giudicato con rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, che ha dichiarato la sua piena capacità di partecipare al processo e di intendere e volere al momento dei fatti contestati.
Tra i capi d’imputazione, oltre ai maltrattamenti e allo stalking, anche porto d’arma e danneggiamento del veicolo della donna.
La ex moglie, costituitasi parte civile con l’avvocato Aduasio, pur ritenendo di aver subìto un danno quantificabile in un importo non inferiore a 30.000 euro, ha tuttavia deciso di richiedere solo un risarcimento simbolico di 10 euro, insistendo per la richiesta di condanna formulata dal Pubblico Ministero.
L’imputato è stato poi condannato alla pena finale di due anni e tre mesi di reclusione, già ridotta di un terzo per il rito abbreviato.