Alle pendici di Castel del Monte, cuochi israeliani e palestinesi fianco a fianco per dire basta alle continue ostilità in Medio Oriente.
Garante del patto lo “Stupor Mundi”, singolare modello di tolleranza e di integrazione politica, sociale, culturale e religiosa tra i popoli. Testimonial dell’evento una folta rappresentanza di celebri
chef del Mezzogiorno d’Italia.
Domenica 17 novembre 2024, alle ore 11.30, tutti i dettagli del programma saranno illustrati nel corso di una Conferenza Stampa nella sala conferenze del Castello.
Quale altra location poteva meglio prestarsi ad un insolito Simposio e Convivio di Pace se non appunto Castel del Monte (Bene Unesco e Meraviglia dell’Universo), monumento dal fortissimo
valore simbolico, unanimemente riconosciuto ed apprezzato a livello internazionale?
E’ così che la Civica Amministrazione di Andria, su iniziativa dell’Assessorato alle Radici, ha programmato un’iniziativa certamente inedita e meritoria e, per il tramite della Accademia Pugliese “Ricerca e Qualità”, è entrata in contatto con il Maestro di Cucina e di Musica
Sarkis Yacoubian, Fondatore e Presidente della “Taste of Peace Jerusalem”.
Sarà appunto Jakubian, a capo di una delegazione composta da altri cinque colleghi, a movimentare sul territorio una serie di iniziative benefiche e solidali, per provare a portare un piccolo mattone alla costruzione di quella Pace in Medio Oriente che appare oggi sempre più lontana all’orizzonte.
“Accogliamo questa delegazione con grande piacere nella nostra Terra e in un luogo simbolo come il maniero di Federico – sottolinea la sindaca di Andria, Giovanna Bruno. Nel regno dello Svevo convivevano, in delicato ma stabile equilibrio, ebrei, cristiani e arabi, e oggi si dovrebbe forse guardare a quel modello con sempre più urgente solerzia e interesse.
Il sovrano amava infatti confrontarsi con diverse scuole di pensiero, instaurando dialoghi fecondi con pensatori ebrei e musulmani e la sua modernità consisteva proprio nell’ apertura mentale alle integrazioni etniche, sociali, culturali e religiose dell’epoca.
In definitiva – conclude Bruno – un autentico monito per le nuove generazioni a raddoppiare gli sforzi per costruire un mondo senza più guerre”.
“Ci è subito piaciuta l’idea di una Pace da inseguire ed assaporare anche attorno a una Tavola, oltre che attraverso canali politici, diplomatici e militari spesso inconcludenti – ricorda Cesare Troia, assessore alle Radici.
“Taste Of Peace è un organismo internazionale che non conosce confini geografici o religiosi, etnie o nazionalità e rivendica legittimamente che il cibo è uno dei pochi comuni denominatori tra tutti gli esseri di questo pianeta. Ma c’è di più – conclude Troia. Taste of Peace ci insegna che coltelli e strumenti affilati non devono necessariamente servire a tagliare, separare, dividere e distruggere; tali strumenti possono invece, se usati sapientemente ed opportunamente in Cucina, diventare giusti e legittimi utensili di Pace”.
Ovvia soddisfazione viene espressa anche da Vittorio Cavaliere (Responsabile di Ricerca & Qualità
e dell’omonima Agenzia) organizzatore della due giorni andriese. “Ai tanti discorsi spesso vacui assessore alle Radici . “Taste Of Peace è un organismo internazionale che non conosce confini
geografici o religiosi, etnie o nazionalità e rivendica legittimamente che il cibo è uno dei pochi
comuni denominatori tra tutti gli esseri di questo pianeta. Ma c’è di più – conclude Troia.
Taste of Peace ci insegna che coltelli e strumenti affilati non devono necessariamente servire a tagliare, separare, dividere e distruggere; tali strumenti possono invece, se usati sapientemente ed opportunamente in Cucina, diventare giusti e legittimi utensili di Pace”.
Ovvia soddisfazione viene espressa anche da Vittorio Cavaliere (Responsabile di Ricerca & Qualità
e dell’omonima Agenzia) organizzatore della due giorni andriese. “Ai tanti discorsi spesso vacui sul concetto di Pace in Medio Oriente abbiamo voluto contrapporre un Evento apparentemente minimalista, eppur concreto e soprattutto simbolico.
Proviamo tutti a solidarizzare e a pacificarci partendo dalle cose più naturali. Magari, perché no, semplicemente attraverso una sana convivialità e del buon cibo”.