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domenica, 22 Dicembre 2024
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Puglia prima produttrice di olio in Italia, ma nel porto di Bari arriva l’extravergine da Grecia e Maghreb

"Sono straniere 3 bottiglie su 4 consumate in Italia”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia

Con il 16% in meno di olio extravergine ed il 51% di olio vergine nei magazzini, cresce il rischio di importazioni selvagge e frodi, con olio proveniente da Grecia e Maghreb che viene scaricato nei porti di Bari e Salerno, da qui la necessità di tenere alta la guardia contro ogni tentativo di speculazione che può trovare terreno fertile nella scarsità di prodotto, con il tentativo inaccettabile di ridurre il prezzo dell’olio extravergine di oliva pugliese.

A denunciare il rischio di speculazioni e frodi ai danni dell’olio extravergine Made in Italy sono Coldiretti Puglia e UNAPROL Consorzio Olivicolo Italiano, sulla base del report ‘Frantoio Italia’ dell’ICQRF, quando la raccolta delle olive in Puglia, l’oliveto d’Italia, segna in media un crollo del 40% rispetto allo scorso anno, a causa della siccità che ha stretto la regione sin dalla primavera e persiste, ma in compenso la qualità risulta eccellente.

Per eliminare le opacità che mettono a rischio il settore olivicolo-oleario Made in Italy, i magazzini e gli intermediari avranno l’obbligo di registrazione delle consegne di olive di tra l’altro solo 6 ore di tempo per adempiere alle nuove regole.

Ad esprimere soddisfazione per la nuova stretta sulla strada della trasparenza e tracciabilità lungo la filiera olivicola è Coldiretti Puglia, in relazione al Decreto del MASAF che attua l’articolo 9 della Legge 206/2023, introducendo nuove e importanti disposizioni per la registrazione delle consegne di olive da olio ai frantoi oleari.

“Si tratta di una novità normativa fondamentale per la tutela della qualità e dell’origine dell’olio d’oliva italiano”, spiega David Granieri, presidente di Unaprol, Consorzio Olivicolo Italiano di Coldiretti, che ha sempre sostenuto la necessità di strumenti efficaci per contrastare le crescenti frodi nel settore, causate anche dalla scarsità di prodotto in alcune annate.

“La registrazione obbligatoria delle consegne, entro 6 ore dall’acquisto, nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) rappresenta – aggiunge Granieri – un passo avanti decisivo verso una maggiore trasparenza e tracciabilità della filiera olivicola”.

Il Presidente di Unaprol sottolinea anche l’importanza di attivare una cabina di regia per organizzare i controlli sugli operatori obbligati a rispettare le nuove disposizioni del Registro Telematico, ma è necessario le fila dei controlli a 360 gradi, considerato che l’olio di Puglia risulta il prodotto agroalimentare più taroccato nel 2023 anche all’estero, con il 26% delle irregolarità riscontrate da controlli mirati sul web e nei Paesi UE, proprio quanto i consumi delle famiglie di olio extravergine sono in crescita sull’onda del successo della Dieta Mediterranea, proclamata patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco.

“L’azione di contrasto delle forze dell’ordine è importante in una situazione in cui sono straniere 3 bottiglie su 4 consumate in Italia”, denunciano il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo ed il direttore regionale Pietro Piccioni, nel sottolineare che “le frodi a tavola sono un crimine particolarmente odioso perché mettono a rischio la salute delle persone, si fondano sull’inganno e colpiscono soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo”.

“Il valore dell’olio Evo made in Puglia è noto in tutto il mondo, per le sue qualità organolettiche, nutrizionali, funzionali e paesaggistiche, riconosciute anche a livello scientifico, con i consumi di olio extravergine italiano sono cresciuti del 3% a dimostrazione del fatto che i consumatori apprezzano la qualità e il prodotto tracciato made in Italy”, aggiungono.

Unaprol e Coldiretti portano avanti una politica di contrasto alle frodi, sempre più crescenti per la scarsità di prodotto, proponendo in tutti i tavoli istituzionali, nazionali ed internazionali, la proposta del restringimento dei parametri relativi al livello di acidità dell’olio Evo, da 0,8% a 0,5%.

Importante in tale ottica l’arrivo del nuovo decreto, fortemente voluto da Coldiretti e Unaprol e in fase di pubblicazione, sulle modalità di registrazione delle olive acquistate dai commercianti di olive, con specifiche funzionalità previste sul Sian, che assicurerà maggiore trasparenza e tracciabilità.

Necessario anche rafforzare la disciplina sui condimenti, che dovrebbero avere l’indicazione dettagliata in etichetta della percentuale di olio extravergine d’oliva presente in miscele che utilizzano prevalentemente oli raffinati e devono essere nettamente separati sugli scaffali dall’olio Evo, per non ingenerare confusione nei consumatori e consentire manovre ingannevoli.

Ma l’impegno della filiera olivicola italiana con Unaprol e Coldiretti guarda anche ai cambiamenti climatici chiedendo di accelerare sulla realizzazione del piano di invasi con pompaggi e cambiare passo per una gestione della risorsa idrica programmata, senza la quale anche l’olivicoltura italiana non può più garantire una produzione costante e di qualità per gli effetti sempre più violenti dei cambiamenti climatici.

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