Questa mattina, martedì 29 ottobre 2024, i Carabinieri della Bat hanno proceduto al sequestro anticipato, finalizzato alla successiva confisca, di beni e disponibilità finanziarie per un valore di circa quattro milioni di euro, a carico di un pregiudicato andriese.
Secondo l’impostazione accusatoria, il predetto aveva accumulato un ingente capitale – consistente in beni immobili, compendi aziendali e conti correnti vari – in conseguenza della propria attività illecita, legata essenzialmente a reati in materia di sostanze stupefacenti e contro il patrimonio.
Gli accertamenti patrimoniali hanno consentito di ricostruire gli acquisti, le costituzioni aziendali e le movimentazioni finanziarie dell’interessato, della sua famiglia e dei terzi intestatari di beni mobili e immobili, negli ultimi 20 anni.
L’attività investigativa ha evidenziato l’elevata pericolosità sociale dell’interessato nonché l’illecita provenienza dei capitali reimpiegati per l’acquisto di immobili e per rilevare attività imprenditoriali.
Il complesso dei beni sottratti alla disponibilità dell’interessato, della sua famiglia e dei terzi intestatari è costituito da 2 unità immobiliari, 6 aziende (4 attive nel settore della ristorazione, 1 nel commercio di bevande, con sedi in Trani e Bisceglie, e 1 attiva nel settore dei trasporti, con sede ad Andria) 2 autovetture, nonché dalle disponibilità finanziarie attive su 8 conti correnti, per un valore complessivamente stimato in circa quattro milioni di euro.
L’odierno provvedimento è stato emesso dalla III Sezione Penale di Bari in funzione di Tribunale della prevenzione, che ha accolto la proposta della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Compagnia Carabinieri di Andria e dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, che hanno ricostruito – fatta salva la valutazione nelle fasi successive, con il contributo della difesa – sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell’intero nucleo familiare e dei terzi intestatari e fornito il quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni e che costituirebbe il compendio dei reati da lui compiuti.
Il risultato odierno – frutto della sinergia di intenti tra la magistratura e le componenti investigative – conferma l’importanza strategica della individuazione dei patrimoni illeciti accumulati dalla criminalità – sia comune che di tipo associativo – costantemente sottratti all’economia reale attraverso operazioni di reimpiego in attività apparentemente lecite.