Andria perde ancora un simbolo, un emblema della comunità.
Luca Di Schiena, per tutti “Luchino”, era un uomo buono, umile, spesso deriso e schernito da una società egoista ed asettica, pronta solo a puntare il dito verso il prossimo piuttosto che aiutarlo.
Luchino ha trovato finalmente la pace, quella che non ha potuto assaporare in terra. Quella che gli è stata preclusa più volte.
Lo conoscevano tutti in città, lo si incontrava spesso in centro. Era una persona fragile, debole ed ingenua.
Ed era proprio per la sua ingenuità che, molto spesso, veniva preso in giro e messo alla berlina da chi, invece, avrebbe potuto tendergli una mano e “accoglierlo”.
Tra i tanti “scherzi” (se così si possono chiamare), Luca, qualche anno fa, fu vittima di un brutto episodio che creò scalpore ed indignazione, approdando anche sui media nazionali: fu legato ad un albero con dello scotch adesivo e deriso, con tanto di foto e video che circolarono per giorni in rete.
Tante le vessazioni e i maltrattamenti che si sono protratti nel tempo nei suoi confronti. L’ultimo anche da defunto.
Ieri, mercoledì 2 ottobre 2024, nella camera ardente allestita in una Casa Funeraria, gli è stata scattata una foto nella bara. Lo scatto è divenuto virale in poco tempo.
Ciò lascia davvero senza parole. Ancora una cattiveria gratuita e senza senso.
L’ultima atroce malvagità. Ma questa è davvero l’ultima. Te lo promettiamo Luchino.
Che la terra ti sia lieve.
Questo, intanto, il messaggio della Sindaca di Andria, Giovanna Bruno, che ha voluto salutare Luca per l’ultima volta:
“Caro Luchino, provo a chiederti scusa anche per chi non lo ha mai fatto.
Per chi ti ha deriso, tante, troppe volte.
Per chi ti ha raggirato, schernito.
Per chi ti ha umiliato, fino a legarti ad un palo, in balia delle risate collettive o dell’indifferenza più totale.
Reato prescritto, abbiamo letto di recente.
Ma non si è prescritta la sofferenza, la ferita. Quella no.
Ti chiedo scusa per chi ti ha allontanato, invece che accoglierti.
Per chi ti ha giudicato, invece che parlarti. Ascoltarti.
E tu, nonostante tutto, ben oltre le tue fragilità, hai provato a permeare il tessuto umano di questa Città, fino a diventarne quasi un simbolo, o comunque un “personaggio”. Conosciuto più o meno a tutti, senza dare mai fastidio a nessuno.
Provo a chiederti scusa anche per chi oggi ti ha fotografato da defunto, facendo girare la tua immagine. Che senso ha? Che gusto c’è?
È rispetto questo?
Chiedo: è rispetto?!
Fatela finita una buona volta.
Facciamola finita.
Ma dov’è l’umanità? Dove? Quando cesserà questa barbarie quotidiana?
Ti chiedo scusa, Luchino, anche per chi non ritiene di doverlo fare.
La terra ti sia lieve, finalmente.
Un abbraccio alla famiglia”.