Non è la prima volta che i referenti del comitato di zona 167 (Giuseppe Di Bari, Raffaele Patella e la “new entry “Angelo Porreca) lamentano il degrado e l’inciviltà che i residenti della medesima zona segnalano, al comitato stesso, ormai da un po’ di tempo. Lo scorso 5 agosto i tre referenti, evidenziarono, come già fatto altre volte, anche l’incuria registrata nel parco dell’umanità. «Questo spazio verde, fondamentale per la nostra comunità, è purtroppo diventato oggetto di atti vandalici e abbandono», scrivevano congiuntamente Di Bari, Patella e Porreca.
La segnalazione
Oggi invece fanno sapere che: «C’è in città un angolo di potenziale paradiso, denominato e non realizzato “Parco Dante” in zona 167 (uscita 16 bis Patalini) dove la pace regna sovrana, almeno fino al tramonto. Un’area dove inspiegabilmente non è ancora stato realizzato il piccolo polmone verde previsto da anni, dedicato, ironia della sorte, al Sommo Poeta che tanto avrebbe da dire sulla selva oscura in cui è stato trasformato questo luogo. Un luogo che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere un’oasi di tranquillità e bellezza, ma che invece si è rivelato essere il regno incontrastato degli incivili dove si susseguono a ritmo sempre più serrato le segnalazioni da parte dei residenti che lamentano atti di disturbo della quiete pubblica a notte fonda. Schiamazzi, urla e invettive contro i cittadini che avrebbero diritto al risposo notturno per affrontare le giornate di lavoro».
Tuttavia, la “vox populi” sostiene che il fenomeno “schiamazzi” sia trasversale in diverse zone della città dal centro alla periferia e pare che i cittadini siano “impotenti” dinanzi a tale inciviltà nonostante richiedano l’intervento delle forze dell’ordine che sembra abbiano scarse pattuglie disponibili.
Parco Dante “un tuffo nell’inciviltà”
«Non è, quindi, solo il degrado visivo a farla da padrone – aggiungono i referenti – come dimostra il campetto comunale oramai nuovamente in preda alla vandalizzazione in special modo dalle 2 della notte fini alle prime ore dell’alba, nonostante i molteplici tentativi fatti per il recupero. Le istituzioni, a cui facciamo ancora una volta appello, sembrano impegnate in una sorta di gioco a nascondino con i vandali e i disturbatori della quiete pubblica. Talvolta sembrano ignorare volutamente l’esistenza di questi fenomeni che pure esistono e riguardano la sicurezza della città e dei suoi abitanti/contribuenti. E mentre si attende il miracolo di un intervento risolutivo, i residenti si domandano quanto ancora dovranno sopportare. Di questo passo, il Parco Dante, come altre zone della 167, rischiano di diventare una delle principali attrazioni turistiche per chi vuole fare un tuffo nell’inciviltà. Luoghi che dovrebbero essere il fiore all’occhiello per la comunità si stanno trasformando in un monito vivente di come il rispetto per le persone e per gli spazi pubblici sia un concetto troppo spesso trascurato. E così, mentre la zona 167 continua la sua discesa verso l’inferno dell’incuria, non possiamo che aspettarci che, prima o poi, qualcuno si decida a intervenire. Magari con un po’ di quella serietà che finora è mancata. Nel frattempo, non ci resta che citare Dante stesso, parafrasando: “Lasciate ogni speranza, o voi che abitate qui».
La questione potrebbe essere oggetto di discussione nel prossimo consiglio comunale non ancora calendarizzato.