A pochi giorni, il 9 agosto scorso, dall’inaugurazione del sottovia di via Vittorio Veneto, l’avvocato Gennaro Rociola e il consigliere comunale Antonello Damato, a nome della lista Emiliano sindaco di Puglia, chiedono di intitolare lo stesso sottovia all’ingegner Giacinto Pantheon già assessore (nei primi anni duemila) alle Manutenzioni e dopo all’Urbanistica, durante l’amministrazione del compianto, ex sindaco, dottor Francesco Salerno.
Ricordiamo che a fine gennaio scorso fu inaugurato il sottovia di via Andria che, insieme a quello di via Veneto, rientra nel programma di eliminazione di tutti i passaggi a livello sul territorio comunale.
Tuttavia, il comitato di zona 167, nelle persone di Giuseppe Di Bari, Raffaele Patella e Angelo Porreca, ha già espresso perplessità sulla recente inaugurazione, sostenendo che il cantiere sia ancora ben visibile e che potrebbe creare problemi all’incolumità dei passanti.
Ciò nonostante, Rociola e Damato, hanno inviato ieri una lettera, tramite pec, al sindaco Cosimo Cannito con la quale chiedono l’intitolazione del sottopasso alla memoria di Pantheon. Quest’ultimo era, inoltre, espressione del movimento “ViViBarletta” di cui, all’epoca, lo stesso Rociola ricopriva il ruolo di segretario cittadino del movimento.
«In qualità di cittadini di Barletta in primis – si legge nella missiva – e poi esponenti politici del territorio, sentiamo li dovere di preservare la memoria e l’eredità della figura della predetta personalità, per l’impegno profuso nella progettazione e realizzazione di numerose opere pubbliche che hanno contribuito al benessere e allo sviluppo di Barletta e nello specifico relativamente alla problematica della soppressione dei passaggi a livello. In quest’ottica – aggiungono – e a completamento dell’opera da Lei inaugurata, insieme alla cittadinanza, in data 9 agosto 2024, siamo a chiederle di dare avvio al percorso di intitolazione dell’attuale sottovia sito ni Via Vittorio Veneto, a imperitura memoria dell’Ing. Giacinto Pantheon, scomparso prematuramente, nel pieno della sua carriera professionale».
