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domenica, 24 Novembre 2024
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Benefici dell’olio di oliva contro l’Alzheimer: l’azienda Agrolio di Andria coinvolta nello studio internazionale

Grande orgoglio per il nostro territorio: l'olio extravergine di oliva oggetto della ricerca era una cultivar italiana, anzi la cultivar maggiormente diffusa, vale a dire la Coratina, lavorata per l’occasione nel frantoio Agrolio Srl di Andria

L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che rappresenta una delle principali cause di demenza a livello globale.

Caratterizzata dalla perdita progressiva delle capacità cognitive e mnemoniche, negli ultimi anni la ricerca scientifica ha esplorato diverse strade per la prevenzione e la gestione dell’Alzheimer, e tra queste si è evidenziato il ruolo dell’alimentazione.

L’olio di oliva, componente fondamentale della dieta mediterranea, è noto per i suoi numerosi benefici per la salute. Ricco di antiossidanti e acidi grassi monoinsaturi, l’olio di oliva non solo favorisce la salute cardiovascolare, ma potrebbe avere un impatto positivo anche sulla salute cerebrale.

Negli ultimi anni, diversi studi scientifici hanno indagato il legame tra il consumo di olio di oliva e il rischio di sviluppare l’Alzheimer.

Da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica americana “Journal of Alzheimer’s Disease” si ricavano importanti elementi utili per capire in che modo l’extravergine rappresenta un ottimo alimento di prevenzione contro il declino cognitivo e il rischio di sviluppare l’Alzheimer.

Uno studio tutto italiano: coordinato dal prof. Domenico Praticò, neuropatologo all’Alzheimer’s Center della Temple University di Philadelphia (Usa), una delle personalità più autorevoli a livello mondiale nello studio di questa malattia neurodegenerativa, ha visto coinvolto un gruppo di ricerca delle Università di Bari e Perugia, rappresentate rispettivamente dai professori Alessandro Leone e Maurizio Servili ed impegnate l’una nell’estrazione dell’olio di oliva, l’altra nelle relative valutazioni analitiche.

La notizia entusiasmante è che l’olio extravergine di oliva oggetto della ricerca era una cultivar italiana, anzi la cultivar maggiormente diffusa, vale a dire la Coratina, lavorata per l’occasione nel frantoio Agrolio Srl di Andria.

In questo studio, usando un approccio analitico molto accurato (c.d. microarray), sono stati valutati gli effetti dell’olio extravergine di oliva sui livelli di un gran numero di biomarcatori infiammatori (citochine, chemochine e alcuni dei loro recettori) nel cervello di un modello animale di malattia di Alzheimer.

Inoltre, esistono molti studi preclinici che dimostrano che la somministrazione di extravergine di oliva ha effetti benefici sulla patologia cerebrale di vari modelli animali di mordo di Alzheimer e invecchiamento precoce.

I meccanismi biologici alla base di questi benefici sono molteplici. L’olio di oliva contiene polifenoli, composti dalle potenti proprietà antiossidanti che proteggono le cellule cerebrali dai danni ossidativi. Inoltre, gli acidi grassi monoinsaturi presenti nell’olio di oliva migliorano la fluidità delle membrane cellulari, facilitando la comunicazione neuronale e sostenendo la funzione cerebrale.

La dieta mediterranea, ricca di olio di oliva, pesce, frutta, verdura e cereali integrali, è stata associata a un rischio ridotto di sviluppare malattie neurodegenerative. Un’analisi condotta da un gruppo di ricerca dell’Università di Harvard ha dimostrato che le persone che seguono questa dieta hanno un rischio inferiore del 33% di sviluppare l’Alzheimer rispetto a coloro che seguono diete meno salutari.

Un lavoro, insomma, che fornisce un ulteriore motivo di attenzione per raccomandare l’uso di olio extravergine di oliva contro il declino cognitivo.

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