Auguri in grande spolvero per Ciro Rizzi, che ieri, lunedì 5 agosto 2024, ha compiuto 100 anni. A festeggiare con lui la sua famiglia che ha voluto condividere questo traguardo importante con il sindaco Giovanna Bruno ed il Questore della Bat Alfredo Fabbrocini.
Già, perché da ex Agente della Polizia di Stato, nonno Ciro ha dedicato interamente la sua vita ai suoi cari ed al lavoro, a servizio dello Stato.
Nato a Foggia il 5 agosto del 1924, unico maschio in una famiglia di sei figli, ha conosciuto i soprusi, la fame e gli orrori del fascismo quando suo padre perse il posto di lavoro per non aver voluto accettare la tessera del partito.
Poi la guerra: dovette abbandonare la propria casa quando Foggia fu bombardata dagli alleati e la cittadinanza evacuata. Nell’immediato dopoguerra, dopo un breve periodo di lavoro alla cartiera di Foggia, si arruolò in Polizia e dopo aver svolto servizio tra Napoli, Benevento e in provincia di Frosinone, fu trasferito alla Questura di Bari e poi assegnato al Commissariato di Andria a metà degli anni ’50, dove è rimasto fino alla pensione, nel 1983, dopo essere stato colpito da una emorragia cerebrale l’anno prima, dalla quale si è ripreso completamente.
Legato dal 1956 ad Antonietta Balestrieri, deceduta nel 2003, e da quel matrimonio sono nati Luigi e Roberto.
Durante il suo servizio è stato coinvolto anche in un brutto incidente nel suo servizio in città: durante una partita di calcio allo Stadio “Degli Ulivi”, i tifosi aggredirono l’arbitro e Ciro rimase coinvolto.
Il suo hobby è la falegnameria. All’età di 97 anni ha sconfitto anche il Covid: una pausa in casa, accudito dai suoi figli, ed è stato subito pronto ricominciare!
«Alla tenerezza per i 100 anni compiuti, si aggiunge un senso di deferente rispetto per quanto nonno Ciro ha vissuto in un secolo intenso – sono le parole del sindaco Giovanna Bruno – Ci si sente sempre piccoli di fronte a persone che hanno caratterizzato fortemente la loro esistenza con la dedizione al lavoro, con la difesa delle proprie idee ed ideologie, con il forte attaccamento alla famiglia.
Ci si sente piccoli pensando agli orrori della guerra subiti, agli stenti della fame. Ed è quella sofferenza trasformata in resilienza che fa di questo concittadino centenario, un uomo da cui imparare. Tanti auguri».