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lunedì, 16 Settembre 2024
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La Via Appia Patrimonio dell’Umanità: da Roma a Sud, attraversando i parchi archeologici di Canne ed Egnazia

Il Presidente dell'Ordine Architetti Bat, Roselli: «Fondamentale il lavoro di squadra anche degli architetti»

Divenuta da qualche giorno patrimonio dell’umanità, portando a 60 i siti italiani UNESCO, la “Via Appia Regina Viarum” accede ora ai programmi di tutela e conservazione dell’organizzazione della Nazione Unite, con strascichi positivi anche sui tracciati in essa rientranti.

Seguendo le orme della storica arteria viaria romana, il cui tracciato era stato inizialmente concepito per collegare Roma a Capua per poi essere prolungato fino alle città di Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, si incontrano anche i parchi archeologici di Canne della Battaglia ed Egnazia (Brindisi)afferenti alla Direzione regionale Musei nazionali Puglia.

La candidatura Unesco include 22 tratti dell’antica Regina Viarum, compresi sia nel tracciato della più antica Appia Claudia, costruita tra il 312 e il 240 a.C. per unire Roma a Brindisi, che in quello dell’Appia Traiana, realizzata nel II sec. d.C. per congiungere Beneventum alla stessa Brundisium. È quest’ultima che attraversa anche la Daunia e la bassa valle dell’Ofanto.

Non lontano dall’antico corso dell’Ofanto sorgeva Canne, il cui Parco archeologico attualmente conserva ancora dirette testimonianze dell’antica strada: cinque miliari, di cui quattro originali della Via Traiana e uno relativo a un intervento di restauro voluto da Costantino nel IV secolo d.C.

A vantare il tratto di via Appia Traiana più lungo e meglio conservato in Puglia è, invece, Egnazia: costruita fra il 108 e il 110 d.C. su iniziativa dell’imperatore Traiano per velocizzare i collegamenti con i principali porti pugliesi, fu realizzata su un preesistente tracciato di epoca repubblicana, e collegava Benevento a Brindisi, diventando di fatto una variante della via Appia antica.

«Siamo certi che questo riconoscimento – commenta il delegato alla Direzione regionale Musei nazionali Puglia, arch. Francesco Longobardi, anche a nome del Direttore generale Musei, prof. Massimo Osanna – porterà nuove energie e opportunità per continuare le tante attività di valorizzazione già intraprese nei due siti direttamente coinvolti nella via Appia, e più in generale in tutti i luoghi della cultura di questa Direzione».

È una bella notizia da condividere con i direttori dei Parchi archeologici di Canne della Battaglia ed Egnazia, rispettivamente Ezia Torelli e Fabio Galeandro, impegnati costantemente a dare lustro ai due siti, attraverso iniziative culturali.

Gli Ordini degli Architetti PPC delle province toccate dal percorso della Via Appia-Traiana (Roma, Latina, Caserta, Benevento, Avellino, Potenza, Matera, Taranto, Brindisi, Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia) hanno inteso costruire una rete attraverso la quale, con voce unica, intervenire per svolgere un ruolo fattivo nella fase che si è aperta, con l’attuazione del piano di gestione presente all’interno del dossier di candidatura, della valorizzazione e della patrimonializzazione dei beni richiamati, degli strumenti informativi sul tracciato e lungo esso, della coniugazione da cercare fra la programmazione riguardante l’Appia e i diversi strumenti urbanistico- territoriali, del turismo, della tutela del paesaggio, della promozione e dei possibili esiti di sviluppo socio-economici dei territori interessati dall’antico tracciato viario, partendo da progetti di restauro e riqualificazione dei tanti beni presenti lungo lo stesso.

«Questo riconoscimento è davvero importante soprattutto perché è una opportunità per sperimentare un lavoro di squadra che abbiamo messo in campo assieme a ben 12 Ordini degli Architetti di altrettante province – ha spiegato il Presidente dell’Ordine BAT Andrea Roselli – Tutti hanno straordinariamente contributo al risultato.

Il nostro Ordine ha contribuito in modo decisivo sul tavolo nazionale dopo un lungo lavoro di concertazione per far si che la BAT non fosse esclusa dal progetto come era accaduto inizialmente», ha ricordato l’arch. Andrea Roselli.

«Ora come gruppo di lavoro sulla via Appia a livello nazionale il primo passo, per dare un supporto istituzionale a queste iniziative – spiega Roselli – sarà la richiesta al MIC per la sottoscrizione di un protocollo di intesa».

L’Appia, concepita inizialmente come collegamento rapido di trasporto militare, divenne ben presto via di grandi comunicazioni, fondamentale testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente e, man mano che lo Stato romano si estendeva, verso tutti i territori affacciati sul Mediterraneo.

Un’opera non solo di rilevante valore architettonico e ingegneristico, ma strumento ineguagliabile di diffusione della civiltà urbana e di inclusione e confronto culturale e sociale fra popolazioni di diversi e lontani luoghi. E la BAT c’è con i comuni di Canosa e Barletta.

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