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venerdì, 22 Novembre 2024
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Crisi settore tessile nella Bat: convocato a Roma il Tavolo della Moda

Dopo un 2023 già molto difficile, il 2024 ha visto intensificarsi la contrazione del fatturato delle aziende e il 2025 si annuncia di segno ancora negativo

Il comparto manifatturiero, in particolare tessile e della moda, è un settore che da anni risente di una grave crisi. Dopo un 2023 già molto difficile, il 2024 ha visto intensificarsi la contrazione del fatturato delle aziende e il 2025 si annuncia di segno ancora negativo.

Una situazione molto preoccupante, per un comparto che da decenni è sinonimo di creatività, qualità, sapienza artigianale e capacità d’innovazione: in una parola, tutto ciò che rende il Made in Italy l’eccellenza nota nel mondo.

Per un momento di confronto sulle problematiche del settore, al fine di trovare soluzioni di sostegno per la filiera e per valutare le misure di contenimento da adottare, il ministro Adolfo Urso, titolare del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), ha convocato il Tavolo della Moda a Roma per il 6 agosto prossimo.

In vista del tavolo, il senatore di Forza Italia Dario Damiani ha interloquito nei giorni scorsi con il Mimit e inviato una lettera al ministro Urso, soffermandosi in particolare sulle difficoltà del comparto tessile nella provincia di Barletta Andria Trani.

“Il territorio della provincia di Barletta Andria Trani è stato per decenni cuore pulsante dell’economia pugliese del cosiddetto comparto TAC – Tessile Abbigliamento Calzaturiero, contribuendo in modo significativo alla crescita socio-economica delle comunità locali grazie all’intraprendenza di tante piccole e medie imprese; realtà che purtroppo da qualche anno attraversa una grave difficoltà con ricadute negative sull’occupazione in un territorio già carente di opportunità lavorative” – scrive il senatore barlettano al ministro.

“Le stime nazionali calcolano un andamento in perdita di ricavi pari di 15 milioni di euro al giorno: una crisi che colpisce pesantemente il sistema della piccola impresa e dall’artigianato. Nel settore, infatti, sono attive 49.593 micro e piccole imprese con 279mila addetti, il 61,5% del totale del settore. Le 34mila imprese artigiane attive danno lavoro a 139 mila addetti, pari al 30,6% dell’occupazione della moda.

Le incertezze geopolitiche di certo non aiutano un settore in cui l’export ha una notevole incidenza; a ciò si aggiunga la constatazione che numerosi brand del cosiddetto “fast fashion” negli ultimi anni hanno delocalizzato la produzione verso i paesi del Sud Est Asiatico e favorito la distribuzione di capi prodotti all’estero, penalizzando così anche tante nostre aziende, molte con sede nel Mezzogiorno, che avevano trovato in queste grandi catene di distribuzione un importante committente per il loro lavoro”.

“Alla luce di tale situazione – conclude il senatore Damiani – si chiede se sia possibile ipotizzare interventi del Governo diretti a sostenere tale comparto strategico per l’economia italiana, eventualmente attraverso incentivi che rendano attrattiva la rilocalizzazione della produzione nel territorio nazionale e la distribuzione di manufatti prodotti in Italia”.

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