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venerdì, 27 Dicembre 2024
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Discariche nella Bat, il monito del “Collettivo Exit”

«Oltre gli stucchevoli e rituali scambi di accuse i rappresentanti di centrodestra e centrosinistra nella Provincia di Barletta, Andria, Trani e nei Comuni hanno provato a riflettere su ciò che sta accadendo nel nostro territorio?»

Dopo la conferenza dei servizi che si è svolta il 9 luglio scorso negli uffici provinciali e dopo il secco “No” all’ampliamento da parte del Comune di Barletta (al quale pare si associno anche Arpa Puglia e Asl Bt) sulla questione discarica di San Procopio (e non solo) torna a parlare il “Collettivo Exit”. Ricordiamo, inoltre, che della stessa discarica di rifiuti speciali non pericolosi, sita a pochi passi dal borgo di Montaltino e gestita dalla Daisy Srl, se ne discuterà dopo l’estate: ad ottobre.

Discariche Bat: la vicenda

«Al di là degli aspetti anche folkloristici emersi nell’inchiesta della  Procura di Trani – scrivono dal Collettivo –  sulla bonifica inattuata della discarica Cobema di Canosa, su alcune opere di viabilità e interventi di manutenzione nelle scuole a cura della Provincia di Barletta, Andria, Trani (aragoste, frutti di mare e pure balle di acqua minerale in  cambio di un esame “benevolo” degli atti), incuriosisce che tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi ci siano anche  alcuni tecnici, pubblici e privati, che hanno avuto o hanno tuttora a che fare con la discarica Daisy, l’ex cava dismessa in contrada San Procopio, a Barletta, operativa dal 2014 ed ora in attesa  di ampliamento. La richiesta in itinere – aggiungono –  della proprietà (Daisy srl è controllata da Ecologica spa e Ambienthesis spa), presentata il 3 febbraio 2021, mira ad ottenere il via libera della Provincia di Barletta, Andria, Trani per lo stoccaggio di 563mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, vale a dire fino a 600 tonnellate al giorno, su una superficie di 46.500 metri quadrati».

La conferenza di servizi

E poi: «Lo scorso 9 luglio indetta dalla Provincia di Barletta, Andria, Trani, si è tenuta la quarta riunione della conferenza di servizi per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale. In quella sede, sono state sollevate numerose osservazioni critiche da parte di Arpa, Asl e Comune di Barletta, alle quali la proprietà del sito ha chiesto e ottenuto di contro dedurre entro sessanta giorni. All’incontro ha partecipato anche l’ing. Antonello Lattarulo, giovedì 11 luglio posto ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla discarica Cobema di Canosa. L’ing. Lattarulo era presente alla conferenza di servizi di due giorni prima, in qualità di consulente tecnico incaricato dalla Daisy srl, insieme al presidente del cda della società, Antonello Tarantino, di cui fa parte anche il dott. Alfonso Maria Mangione, fino a qualche settimana fa, presidente del cda della Barletta servizi ambientali spa. Sia Tarantino (tra l’altro, componente del cda di Edime srl, la società che pubblica la Gazzetta del Mezzogiorno) che Mangione sono estranei alla vicenda Cobema. L’ing. Lattarulo – precisano – ha già controdedotto nel marzo scorso alle domande sollevate nel corso della precedente conferenza di servizi tenuta il 18 gennaio sulla trasformazione dell’ex cava di San Procopio in discarica. La Procura e il Gip, nell’ambito dell’operazione Mercimonio eseguita dalla Guardia di Finanza, gli contestano un solido legame con l’ing. Vincenzo Guerra, all’epoca dei fatti contestati nell’inchiesta, presidente del Comitato Ambiente della Provincia di Barletta, Andria, Trani: quel legame, secondo i magistrati, sarebbe alla base delle omissioni e delle presunte azioni illecite ricostruite nel provvedimento cautelare. Lo stesso ing. Guerra nel 2008 era dirigente del Servizio Rifiuti della Provincia di Bari (quella di Barletta, Andria, Trani non era ancora costituita) e presiedeva la conferenza di servizi, che diede il via libera al primo nucleo (350mila metri cubi su 22mila metri quadrati) della discarica Daisy a San Procopio. Sottolineò allora che “il progetto aveva scontato favorevolmente il procedimento di valutazione di impatto ambientale” e che non vi sarebbe stata alcuna incompatibilità con l’adiacente maneggio previsto sulla carta, ma mai materializzatosi».

Infine

«L’ing. Gianluca Intini, anche lui ai domiciliari per l’inchiesta Cobema, dall’agosto al novembre 2020, si è occupato per Daisy srl della “Valutazione previsionale e cumulativa dell’impatto odorigeno e delle ricadute al suolo delle emissioni relative all’ampliamento della discarica per rifiuti speciali non pericolosi insistente in Barletta – località San Procopio”, mentre ancora prima (dal 2017 al 2019) è stato consulente di Ecologica spa (uno dei due proprietari della discarica Daisy di San Procopio), a proposito di un impianto per il trattamento di rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi nella zona industriale di Taranto. Dal marzo 2017 a tutto il 2020 è stato componente del Comitato tecnico ambiente della Provincia Bat in qualità di esperto nella gestione dei rifiuti.

Il monito

«Oltre gli stucchevoli e rituali scambi di accuse – tuonano – i rappresentanti di centrodestra e centrosinistra nella Provincia di Barletta, Andria, Trani e nei Comuni hanno provato a riflettere su ciò che sta accadendo nel nostro territorio?»

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