Due note ci giungono in redazione relative all’ampliamento della discarica di San Procopio a Barletta. Una da parte del collettivo EXIT di Barletta, e la replica puntuale da parte dei consiglieri comunali di maggioranza di centrodestra del Comune di Barletta che pubblichiamo di seguito.
“Non si è ancora spenta – dichiara Alessandro Zagaria del collettivo EXIT – l’ammuina trasversale di partiti e gruppi consiliari a Barletta circa il cosiddetto mancato aumento della tassa sui rifiuti solidi urbani, ma non si può fare a meno di osservare con grande stupore e sconcerto il perdurante silenzio di questi partiti stessi e gruppi consiliari sia di maggioranza che di opposizione sul progetto di ampliamento della discarica Daisy in contrada San Procopio.
La conferenza di servizi per esprimersi in merito è stata convocata dalla Provincia di Barletta, Andria, Trani per martedì 9 luglio, alle ore 10. La Provincia è presieduta dall’avv. Bernardo Lodispoto, la riunione è stata indetta dal dirigente ad acta, ing. Lorenzo Fruscio.
L’Amministrazione comunale di Barletta si è espressa in senso contrario al beffardo progetto nelle scorse settimane e non sarebbe male se faccia conoscere nuovamente le ragioni del suo no.
Ma partiti e gruppi consiliari, tutti, tacciono, contenti e soddisfatti evidentemente per aver suonato le trombe del mancato aumento della Tari. Sono soddisfazioni…
Eppure le cifre del progettato ampliamento sono notevoli e preoccupanti: le tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi che potranno essere stoccate nella cava dismessa nell’agro barlettano saranno pari a 563.000 su un’area di 46.500 metri quadrati. Ancora: stiamo parlando del deposito di 600 tonnellate di rifiuti al giorno, anziché 374 tonnellate, come avviene adesso. Per di più, già dieci anni fa il primo nucleo della discarica non avrebbe dovuto essere autrorizzato e iniziare ad essere operativo. Per tre ragioni.
Eccole: la vicinanza con un’altra discarica in contrada di San Procopio, all’epoca dismessa ma non ancora messa in sicurezza; la mancata previsione nel 2014 del nuovo sito nel Piano regionale dei rifiuti; la distanza inferiore agli 800 metri dal borgo rurale di Montaltino, al contrario di quanto previsto dalla normativa regionale.
Questa vicenda – conclude Zagaria – è particolarmente significativa anche dal punto di vista economico: nel 2021 la società Daisy srl ha fatto segnare un fatturato di 4 milioni 846 mila euro per un utile di 1 milione 24 mila euro, 3 gli addetti impiegati. Un bell’affare, insomma, per i privati. Per la collettività, niente affatto.“
“Da città della Disfida a città della megadiscarica il passo può essere breve. Anzi, brevissimo”. Lo sottolineano i consiglieri comunali della maggioranza di centrodestra al Comune di Barletta Luigi Antonucci, Flavio Basile, Gennaro Calabrese (anche consigliere provinciale Bat), Vittorio Cardone, Gennaro Cefola, Giuseppe Dibenedetto, Rocco Dileo, Ruggiero Fiorella, Gianluca Gorgoglione, Ruggiero Grimaldi, Stella Mele, Riccardo Memeo, Letizia Rana, Michele Trimigno, Rosa Tupputi (anche consigliere provinciale Bat) e Vito Tupputi.
“Martedì 9 luglio, alle 10 – proseguono – è stata convocata dalla Provincia di Barletta, Andria, Trani una conferenza di servizi per valutare il progetto di ampliamento della discarica per rifiuti speciali non pericolosi che si trova in contrada San Procopio, a Barletta, a non più di 800 metri dal borgo di Montaltino”.
“Il progetto presentato dalla società Daisy srl – aggiungono i consiglieri – prevede l’utilizzazione di una cava dismessa per una superficie di 46.500 metri quadrati in modo da poter stoccare un volume di 563.000 tonnellate di rifiuti. Nello specifico il sito nel suo complesso potrà ricevere fino a 600 tonnellate di rifiuti al giorno, ben al di là delle attuali 374 tonnellate”.
“In quella contrada, infatti – sottolineano – è già localizzata un’altra discarica, operativa dal luglio del 2014, sempre di proprietà della società Daisy di cui sono proprietari paritariamente al 50% Ecologica spa e Ambienthesis spa“.
“Il Comune di Barletta, inoltre, nei mesi scorsi ha prodotto ben due provvedimenti in cui si dice fermamente contrario all’ampliamento del sito, mettendo in evidenza “i molteplici effetti negativi, consistenti in perdite economiche, danno all’immagine, deprezzamento dei patrimoni immobiliari dei terreni e dei fabbricati, inquinamento dei terreni e della falda già compromessa, notevole degrado e gravi conseguente sulla salute pubblica e per l’ambiente circostante””
Infine concludono: “Siamo curiosi di conoscere martedì i pareri dell’Asl e dell’Arpa e la posizione del presidente della Provincia Bat, Bernardo Lodispoto, e del Partito democratico, che continuano incredibilmente a tacere. La Provincia di Barletta, Andria, Trani sarà in grado di raccogliere il grido di allarme e di dolore condiviso dai cittadini o vorrà passare alla storia come l’ente che trasformò Barletta da città della Disfida a città della megadiscarica?”