E’ in programma oggi, martedì 25 giugno alle ore 16,30 nella sala della Biblioteca Comunale “G. Ceci” il convegno sul tema “Il Pronto Intervento Sociale: azioni positive e visioni future”. Organizzato e promosso dal Settore Servizi Sociali ed educativi, welfare, politiche della famiglia, tutela dei minori, non autosufficienza, disagio adulti e povertà, diretto dalla dott.ssa Irene Turturo, il convegno vuole essere un’occasione di riflessione e confronto sul tema della povertà ad Andria e sui modelli di intervento in urgenza per far fronte alle gravi difficoltà delle famiglie e dei senza fissa dimora.
Il Pronto intervento sociale è un livello essenziale delle prestazioni sociali stabilito dalla legge e previsto nel Piano Sociale di Zona e ad Andria è attivo da oltre 15 anni, con la collaborazione fattiva di Enti e Associazioni del Terzo Settore.
Dallo scorso anno si è potenziata la rete di organizzazioni (con capofila la Cooperativa di Solidarietà Sociale MigrantesLiberi) e le prestazioni attivabili, attraverso un percorso di co-progettazione e finanziamenti dedicati.
L’innovativa procedura ha consentito di mettere a fuoco elementi strategici di intervento, valorizzando appieno le competenze e le risorse umane che sono direttamente impegnate nel servizio di strada, a contatto con la marginalità estrema.
Il Pronto intervento sociale si occupa prevalentemente di offrire sostegno immediato a chi si trova in difficoltà attraverso la fornitura di beni di prima necessità, pasti caldi, indumenti, servizi di accoglienza notturna e di igiene personale, ascolto, orientamento e consulenza.
Nell’occasione verrà presentata una app multilingue per rendere più semplice l’accesso ai servizi da parte dei cittadini, degli immigrati e dei lavoratori stagionali temporaneamente presenti sul territorio.
«Questo tipo di servizio – sottolinea l’Assessore alla Persona, Dora Conversano – rende il Comune più attento ai bisogni dei cittadini, offrendo risposte tempestive alle emergenze di carattere sociale, fronteggiando il bisogno primario di quanti siano esposti a rischi di emarginazione».