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giovedì, 26 Dicembre 2024
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Bat – Giornata della Memoria, consegnate in Prefettura le medaglie d’onore

Medaglie d’Onore, da parte del Prefetto di Barletta Andria Trani e delle autorità, ai cittadini italiani militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti

Nell’ambito delle iniziative promosse per la celebrazione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, si è tenuto questa mattina, venerdì 26 gennaio 2024, a Barletta, nel Palazzo del Governo, l’evento commemorativo durante il quale il Prefetto e le autorità del territorio hanno consegnato quattordici medaglie d’onore, conferite dal Presidente della Repubblica, alla memoria di altrettanti cittadini di questo territorio.

L’evento è stato introdotto dai saluti istituzionali del Prefetto Rossana Riflesso, che ha voluto rimarcare “l’importanza ed il significato di questa giornata, attraverso le storie di chi ha vissuto una delle pagine più buie della storia del nostro Paese.

Anche questa provincia ha pagato un dazio importante e gli eroi che oggi abbiamo commemorato, consegnando alla loro memoria le medaglie d’onore conferite dal Presidente della Repubblica, sono uomini che hanno messo a dura prova la propria vita e le cui vicende devono rappresentare un monito per le giovani generazioni affinché si possano rinnegare ogni forma di violenza, discriminazione, emarginazione e guerra”.

Medaglie d’Onore, da parte del Prefetto di Barletta Andria Trani e delle autorità, ai cittadini italiani militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti.

Di seguito i nominativi degli insigniti:

  1. Medaglia d’Onore alla memoria di RUGGIERO BORRACCINO (BARLETTA)
    Nato a Barletta il 12 agosto 1912, di umili origini, lavora come guardia campestre, viene richiamato alle armi in data 28 novembre 1940, per poi prestare servizio come soldato e portaordini dell’Armata in Grecia.
    Lì viene catturato dall’armata tedesca in seguito all’armistizio del 9 settembre 1943.
    Seguono anni di prigionia in due diversi Stalag nazisti, nei pressi della città tedesca di Weiden e vicino a Sudauen, nell’odierna Polonia.
    Fa finalmente ritorno nella sua città nel giugno del 1945, quando può riabbracciare la sua famiglia, che ama ricordarlo come un uomo austero, umile e immensamente generoso.
    Medaglia d’Onore consegnata alla Sig.ra Elisa Dibenedetto, nipote di Ruggiero Borraccino, dal Prefetto di Barletta Andria Trani, dal Vice Sindaco di Barletta Avv. Giuseppe Dileo.
  2. Medaglia d’Onore alla memoria di REMY CACCIUOLO (BARLETTA)
    Nato a Porto Ceresio il 2 agosto 1921, all’epoca del richiamo è studente presso il Liceo Classico statale di Barletta. Viene chiamato alle armi l’11 febbraio 1942 ed assegnato all’8° Reggimento Artiglieria quale predesignato per il 13° gruppo Obici in territorio dichiarato in stato di guerra.
    Si distingue in diverse azioni e viene nominato artigliere scelto prima ed in seguito Caporale Maggiore. L’8 maggio 1943 entra nel 169° Gruppo ebrei in Francia.
    Il 12 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi ed inviato in un campo di lavoro in Germania sino all’8 maggio del 1945. In seguito fu trattenuto dalle forze alleate e venne liberato definitivamente il 2 ottobre dello stesso anno.

Nel quadro campagne del suo foglio matricolare, risulta la sua partecipazione alle campagne di guerra del 1943, 1944 e 1945.
Il 4 febbraio 1957 il X Comando Territoriale di Napoli gli conferisce la Croce al Merito di Guerra.
Il 9 novembre 1961 viene autorizzato dal Distretto Militare di Bari a fregiarsi del Distintivo per le operazioni di Guerra svoltesi dal 1940 al 1943, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica.
Sempre il 9 novembre 1961 viene autorizzato dal Distretto Militare di Bari a fregiarsi del Distintivo della Guerra di Liberazione concesso con Decreto del Presidente della Repubblica.
Muore a Barletta 10 marzo 2003. Medaglia d’Onore consegnata a Bernardo Cacciuolo, figlio di Remy Cacciuolo, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Vice Sindaco di Barletta Avv. Giuseppe Dileo.

3. Medaglia d’Onore alla memoria di RAFFAELE GORGOGLIONE (BARLETTA)
Nato a Barletta il 3 Novembre 1912, figlio di Luigi e Antonia, da famiglia povera, ultimo di 8 figli, non riceve alcuna istruzione ma viene educato con grandi principi di lealtà e umiltà.
Svolge la professione di carrettiere fino alla chiamata al servizio di leva.
Congedatosi nel 1933, dopo qualche mese viene richiamato alle armi nella 9° Compagnia Sanità presso l’ospedale militare di Chieti, poi di Bari e successivamente di Ancona.
Partendo verso il Montenegro per raggiungere il 443° ospedale da campo, giunge in territorio dichiarato in stato di guerra, in qualità di portaferiti.
Qui è catturato dai tedeschi e condotto in Germania. Liberato, viene trattenuto dalle forze alleate.
E’ collocato in congedo assoluto nel Novembre 1954.
Ritornato finalmente a casa, può godere dell’affetto della sua famiglia, di sua moglie e dei suoi 4 figli, ai quali racconta le vicende dure e tristi, il terribile freddo e la fame che hanno segnato la sua vita e il suo stato di salute.
Gli è stata attribuita la Croce al merito di guerra ed è stato decorato della medaglia commemorativa delle operazioni militari.
Medaglia d’Onore consegnata alla Sig.ra Antonia Gorgoglione, figlia di Raffaele Gorgoglione, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Vice Sindaco di Barletta Avv. Giuseppe Dileo.

4. Medaglia d’Onore alla memoria di LEONARDO AMORUSO (BISCEGLIE)
Nato il 5 febbraio 1914 a Bisceglie, primogenito di sette fratelli e sorelle, dopo il periodo di leva, viene richiamato alle armi nell’agosto del 1939 nel Battaglione Genio Artieri; si imbarca da Bari e sbarca col battaglione a Rodi Egeo. Fatto prigioniero dai Tedeschi il 12 ottobre 1943, è internato nello Stammlager VIII E, una succursale del famigerato lager VIII C, dove molti prigionieri soprattutto russi, polacchi  e francesi sono morti per privazioni e malattie.
Viene liberato e rimpatriato, e giunge a casa nell’agosto del 1945.
Tornato in Italia presso la stazione di Foggia, viene riconosciuto da due suoi fratelli che aveva lasciato ragazzini e che egli non aveva riconosciuto e insieme tornano a Bisceglie.
Del periodo di prigionia parla poco, quasi a volerne dimenticare la brutalità, nonché la sofferenza legata al freddo ed alla scarsità di cibo.
Dopo il suo ritorno soffre di disturbi da congelamento agli arti inferiori, che gli provocano problemi nella deambulazione con frequenti crampi notturni molto dolorosi.
Nel periodo post- bellico lavora dapprima come agricoltore, in seguito diviene esportatore e mediatore di prodotti agricoli.
È stato un lavoratore integerrimo, un buon padre e un servitore dell’Italia.
Medaglia d’Onore consegnata a Giambattista Amoruso, figlio di Leonardo Amoruso, dal Prefetto di Barletta Andria Trani E dal Sindaco di Bisceglie Avv. Angelantonio Angarano.

5. Medaglia d’Onore alla Memoria di LEONARDO ANTONINO (Bisceglie)
Nato il 18 marzo 1915 a Bisceglie, a 20 anni, contadino in ottime condizioni di salute, si presenta quale soldato di leva al Distretto militare di Barletta. Nel 1939 è chiamato alle armi e trasferito al 10° Reggimento Fanteria Regina VII Compagnia. Il 25 settembre 1939, sbarca a Coo Egeo, dove nel 1943, in seguito all’armistizio dell’ 8 settembre viene catturato dai tedeschi e condotto nel campo di transito DULAG 185 “Castello”. Nella primavera del 1944 i tedeschi lo trasferiscono al Campo di Concentramento di “Larissa” in Grecia, dove viene impiegato anche a raccogliere i morti e i feriti conseguenti ad un bombardamento degli americani. Le condizioni di lavoro sono estremamente disagevoli: non riceve il salario spettante ai prigionieri di guerra, il cibo distribuito nel campo di lavoro è pessimo e molto razionato ed anche l’abbigliamento è insufficiente e inadatto.
Viene liberato dalle Forze Armate alleate angloamericane, il 28 Febbraio 1945 imbarcato via aerea dalla città di VOLO a TARANTO e condotto al campo alloggio di Sant’Andrea.
La Medaglia d’Onore sarà consegnata al Sig. Francesco Antonino, figlio di Leonardo Antonino, dal Prefetto di Barletta Andria Trani E dal Sindaco di Bisceglie Avv. Angelantonio Angarano.

6. Medaglia d’Onore alla Memoria di GIOVANNI FRANCIOLI (BISCEGLIE)
Caporale nel 59° Reggimento Artiglieria “Cagliari”, viene catturato dai tedeschi poco più che ventenne, a Kalamata (Grecia) dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e trasferito in una “tradotta” (carro merci) a Stablack nella ex Prussia Orientale, nello Stalag I A.
Del periodo di reclusione come Internato Militare Italiano ha parlato pochissimo, qualche accenno soprattutto al lavoro in condizione di schiavitù, alle angherie subite ed alla fame che costringeva lui ed i suoi compagni a cercare tra i rifiuti le bucce di patate per integrare l’alimentazione scarsissima. Ha terminato il periodo di deportazione ad Hannover nel 1945 tra lavoro e stenti.
Delle foto riportate dalla Germania, ha raccontato che quando i tedeschi hanno appreso dell’avvicinarsi delle truppe americane, hanno costretto lui ed i suoi compagni a scavare una fossa comune ed ogni giorno li facevano allineare sul bordo della stessa e ne uccidevano qualcuno, a caso. All’arrivo degli americani liberatori (maggio 1945), è restato nel campo ancora per qualche mese ed ha lavorato per dare degna sepoltura ai compagni uccisi nel Cimitero Seelhorst di Hannover.
E’ tornato coi propri mezzi, in bicicletta fino in Puglia nel settembre del 1945.
Due anni della sua giovinezza vissuti tra patimenti ed angherie, prezzo del suo “NO” a collaborare coi nazi-fascisti e con l’esercito di Mussolini.
Medaglia d’Onore consegnata alla sig.ra Rosa Francioli, figlia di Giovanni Francioli,  dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Sindaco di Bisceglie Avv. Angelantonio Angarano.

7. Medaglia d’Onore alla Memoria di ANTONIO PEDONE (BISCEGLIE)
Nato a Bisceglie il 26 maggio 1923, di mestiere agricoltore, a 19 anni, in ottime condizioni di salute, si presenta quale soldato di leva al Distretto militare di Barletta e viene lasciato in congedo illimitato provvisorio.
L’11 marzo 1943 è chiamato alle armi e arruolato nel 102° Reggimento Fanteria in Bolzano, Distretto Misto Truppe Regio Esercito Egeo.
Successivamente giunge a Rodi Egeo col 841° Battaglione Fanteria “Salerno”, con cui partecipa alle operazioni di guerra svoltesi nei Balcani in Albania.
Dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre e dopo aver detto “no” ai Tedeschi, viene disarmato, fatto prigioniero e condotto in Germania in carri bestiari tramite ferrovia.
Vive come deportato internato nel campo di concentramento di HINZERT – POLERT, ai confini del Lussemburgo, dove lavora in fattoria e talvolta alla realizzazione degli incamminamenti nello stesso campo.  Alle richieste di aderire alle truppe tedesche, risponde sempre con un secco NO.
Il 30 marzo 1945 viene liberato dalle Forze Armate americane. Il 12 agosto 1945 giunge a casa, dopo dieci giorni si presenta al Distretto militare di Barletta e lo stesso giorno è inviato in licenza di rimpatrio di 60 giorni a casa in Bisceglie.
In merito all’accoglienza al ritorno, Antonio raccontava che fu accolto dalla maggior parte dei biscegliesi con disprezzo, sino a essere indicato come “badogliano traditore del regime “, costretto a rimanere talvolta nascosto in casa protetto dalla sua famiglia.
Viene curato privatamente in casa dalla famiglia e non in ospedale militare o civile, riportando una bronchite cronica che lo accompagna per tutta la vita.
Medaglia d’Onore consegnata alla sig.ra Alfonsa Pedone, figlia di Antonio Pedone, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Sindaco di Bisceglie Avv. Angelantonio Angarano.

8. Medaglia d’Onore alla Memoria di GIUSEPPE TODISCO (BISCEGLIE)
Nato a Bisceglie il 28 ottobre 1919, frequenta la scuola fino alla quinta elementare, percorrendo quotidianamente a piedi i quasi 4 km che separavano la casa paterna dalla scuola e studiando sui libri presi in prestito da un compagno di classe che frequentava il locale Seminario.
Durante gli anni della scuola, per aiutare la famiglia, viene avviato alla professione di maniscalco.
Terminati forzatamente gli studi, dopo anni di gavetta e grazie anche ad un piccolo aiuto economico ricevuto dal suo maestro, riesce ad acquistare i primi attrezzi ed a mettersi in proprio.
Partecipa alle operazioni di guerra svoltesi nei Balcani prestando servizio nell’Ospedale da Campo n° 170. Il 13 settembre 1943 viene catturato dai tedeschi ed inviato nel campo di prigionia di Schwerin, nel nord della Germania, dove viene impiegato come lavoratore coatto in una fabbrica.
Degli anni di prigionia raccontava di condizioni di vita disumane e di cibo scarso: per cercare di integrare il poco cibo a disposizione di notte dissotterrava le bucce di patate che di giorno era costretto a sotterrare dai tedeschi.
Viene liberato l’8 maggio 1945 e rimpatriato il 13 settembre 1945.
Giunge al Distretto Militare di Barletta il 19 settembre 1945 e il giorno seguente messo in licenza di rimpatrio. Allo scadere della licenza, il 20 novembre 1945, viene congedato.
Il Comando Militare di Napoli gli ha conferito la Croce al Merito di Guerra per internamento in Germania.
Dopo la guerra riprende il mestiere di maniscalco prima e di fabbro poi, a cui affianca un impiego presso una locale falegnameria come manutentore di macchine e attrezzature.
Medaglia d’Onore consegnata al Sig. Leonardo Todisco, figlio di Giuseppe Todisco, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Sindaco di Bisceglie Avv. Angelantonio Angarano.

9. Medaglia d’Onore alla memoria di VITO BALZANO (Canosa di Puglia)
Nato a Canosa di Puglia il 5 gennaio 1910, di professione estrattore di tufo dalle cave locali, soldato, appartenente alla Squadra Lanceri della Cavalleria, parte in guerra lasciando a casa la moglie Anna e i figli Sabina e Michele ancora in tenera età.
Viene catturato in Dalmazia, l’11 settembre 1943, dopo aver detto “NO” a qualsiasi forma di collaborazione con il Terzo Reich, e internato presso lo Stalag II A di Neubrandenburg.
E’ deceduto il 10 gennaio 1944 a Rostock a causa di un incidente sul lavoro presso la fabbrica di aerei dove era stato impiegato dopo la cattura.
La sua salma, più volte richiesta dai suoi congiunti e mai consegnata, si trova presso una fossa comune del cimitero di Rostock in Germania.
Ai suoi cari rimangono poche vecchie fotografie sbiadite dal tempo ed il ricordo sempre vivo di un uomo integerrimo, dotato di grande educazione, rispetto e amore per la famiglia.
Medaglia d’Onore consegnata al Sig. Vito Balzano, nipote di Vito Balzano, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Sindaco di Canosa di Puglia Dott. Vito Malcangio.

10. Medaglia d’Onore alla memoria di VINCENZO FIERRO (MINERVINO MURGE)
Nato a Minervino Murge il 24 maggio 1922, frequenta la scuola elementare e si avvia in seguito al lavoro nei campi.
Nel 1941 viene arruolato e assegnato al ruolo di “conduttore di automezzi speciali”; l’anno seguente è in Jugoslavia. Nel 1943 viene firmato l’armistizio, in seguito al quale cade vittima delle retate dell’esercito tedesco e viene portato in Polonia, nel campo di concentramento di Grünberg.
La prigionia dura dal 10 settembre 1943 al 1° ottobre 1945, periodo nel quale lavora nella fonderia, producendo componenti per sommergibili.
In seguito alla liberazione da parte dei russi e al rimpatrio, riprende le attività come contadino fino al momento della pensione e oltre, lavorando nei campi che con duro lavoro aveva acquistato.
Questo gli consente di mantenere dignitosamente la sua famiglia, composta da moglie e due figlie.
Muore a Minervino Murge il 9 novembre 2008.
Medaglia d’Onore consegnata alla Sig.ra Maria Anna Fierro, figlia di Vincenzo Fierro, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Vice Sindaco di Minervino Murge Maria Bellini.

11. Medaglia d’Onore alla Memoria di VINCENZO LOBASCIO (MINERVINO MURGE)
Nato il 30 luglio 1922 a Minervino Murge, contadino in ottime condizioni di salute, a febbraio del 1942 viene chiamato alle armi e a luglio dello stesso anno parte via terra per la Grecia.
Il 13 settembre 1943, dopo pochi giorni dall’armistizio, viene fatto prigioniero dai tedeschi e inizia il lungo percorso attraverso vari campi di concentramento, marciando a piedi o in treno verso la Germania, dove giunge nel campo definitivo.
In più occasioni gli ufficiali tedeschi chiedono ai soldati italiani chi volesse tornare libero in Italia per continuare a servire il Duce a fianco dei tedeschi e continuare la guerra agli inglesi e agli americani. Pochissimi accettano, il ché fa infuriare i tedeschi che diventano ogni volta più feroci e riducono sempre più la razione dei pasti, già di per sé molto scarsa.
A maggio del 1945, al campo di concentramento arrivano le Forze Armate alleate e inizia il viaggio di rientro in Italia. Arrivato ormai al peso di 40 chili, nel periodo prima del rientro riceve cibo e vestiario dalla Croce Rossa.
A luglio del 1945, dopo molto peregrinare, giunge a Minervino e si presenta al Distretto militare di Barletta dove viene dichiarato finalmente congedato definitivamente.
Solo in tarda età si soffermerà più volentieri con i nipoti a raccontare le vicissitudini della prigionia pur ricordando solo i fatti salienti, come la fame, il freddo e la fatica. Gli rimaneva chiaro il ricordo della solidarietà tra tutti i prigionieri e la volontà di non rispondere alle chiamate per tornare in Italia e riprendere la guerra contro gli inglesi e i partigiani.
Medaglia d’Onore consegnata ai Sig.ri Vincenzo Lobascio e Vincenzo Lobascio, nipoti ed omonimi di Vincenzo Lobascio, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Vice Sindaco di Minervino Murge Maria Bellini.

12. Medaglia d’Onore alla Memoria di CIRO MALTRI (MINERVINO MURGE)
Nato il 2 novembre 1912 a Minervino Murge, il 12 settembre del 1943, è sotto le armi nell’isola di Creta. Con la dichiarazione dell’armistizio, i soldati tedeschi, nonostante in numero inferiore rispetto a quelli italiani, riescono a disarmare i nemici.
Dopo un lungo peregrinare per vari campi, arriva in Germania e viene mandato a lavorare nella fabbrica della Volkswagen, dove si costruivano veicoli per la guerra. Di quella fabbrica ha sempre conservato il documento di riconoscimento che serviva per l’accesso alla fabbrica.
Essendo un fabbro-ferraio, molto bravo nel lavorare il ferro battuto, sia gli ufficiali tedeschi, che i dirigenti della fabbrica, gli commissionano dei lavori privati in cambio di una piccola paga aggiuntiva. Anche se le condizioni di vita nel campo sono molto disagevoli e il rancio è scarso e di pessima qualità, lui cerca sempre di mettere da parte quei pochi soldi nella speranza che tornato in Italia, a guerra finita, avrebbe potuto aprire una propria bottega di fabbro.
Dopo la liberazione da parte dell’esercito alleato, rientra in Italia. Con i soldi della Germania e con altri risparmi concessi dalla famiglia, compra il suolo sul quale costruisce poi la sua bottega e che ancora oggi è in proprietà della famiglia.
Ha sempre raccontato volentieri la vita vissuta in prigionia, ricordando quel brutto periodo e auspicando, per sé e per i propri cari, che quella esperienza non si ripetesse mai più.
Medaglia d’Onore consegnata al Sig. Ciro Pinna, nipote di Ciro Maltri, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Vice Sindaco di Minervino Murge Maria Bellini.
NON PRESENTE ALLA CERIMONIA

13. Medaglia d’Onore alla Memoria di MICHELE SOLITARIO (MINERVINO MURGE)
Nato il 9 agosto 1923 a Minervino Murge, di professione macellaio, parte da Bari per raggiungere il fronte di guerra l’8 marzo del 1943, diretto in Grecia.
Dopo l’8 settembre del 1943, insieme a tutti i soldati del suo reggimento viene fatto prigioniero dai tedeschi.
Rinchiuso in un campo di concentramento in Serbia, vi rimane fino alla fine della prigionia quando viene liberato e condotto a Taranto nel campo di accoglienza dei prigionieri.
Viene costretto a lavorare a condizioni estremamente dure. Non c’è orario; si lavora dalla mattina alla sera in un terreno agricolo appena fuori dal campo di concentramento. Non riceve il salario spettante ai prigionieri di guerra sottoposti a lavoro coatto. L’alimentazione è molto scarsa e di pessima qualità. Molti soldati si ammalano sia per la scarsità del rancio che per molte malattie: polmoniti, diarrea, tifo, e altre. Spesso qualcuno muore lì, in mezzo agli altri.
Quando ritorna a casa dalla prigionia non viene accolto bene poiché molti pensano che fosse scappato da disertore. Per questo subisce anche un processo nel 1949 che lo demoralizza, ancor più perché viene giudicato colpevole.
Solo due anni dopo, nel 1951, al processo di appello, viene riconosciuto innocente. Anche a causa dell’amarezza per queste vicende non parla quasi mai del periodo della guerra e della prigionia.
Di tutto questo ha parlato ai figli solo nell’ultima parte della sua vita per raccontare quanto la guerra era stata brutta per lui e per gli altri soldati e quanto aveva sofferto.
Medaglia d’Onore consegnata al Sig. Vincenzo Solitario, nipote di Michele Solitario, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Vice Sindaco di Minervino Murge Maria Bellini

14. Medaglia d’Onore alla Memoria di LEONARDO VITTORIO PIAZZOLLA (SAN FERDINANDO DI PUGLIA)
Nato a San Ferdinando di Puglia il 17 giugno 1917, viene chiamato alle armi nel 1939 e arruolato nel 226° Reggimento Fanteria a Molfetta.
Nel 1942 partecipa alle operazioni di guerra nei territori greci-albanesi con il 1° Battaglione Mitraglieri e il 12 settembre 1943, in seguito agli eventi bellici e alla firma dell’armistizio, viene fatto prigioniero dalle Forze Armate tedesche a Koriza, Albania.
Deportato nel campo di concentramento n. 6 di Dresda, vi resterà fino all’8 maggio 1945.
E’ trattenuto dagli alleati fino al rimpatrio, avvenuto il 12 settembre 1945.
Medaglia d’Onore consegnata al Sig. Giuseppe Michele Piazzolla, figlio di Leonardo Vittorio Piazzolla, dal Prefetto di Barletta Andria Trani e dal Sindaco di San Ferdinando di Puglia dott.ssa Arianna Camporeale.

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