Il complesso catacombale di Lamapopoli, risalente al IV-VI secolo, rappresenta uno straordinario esempio della compresenza di storia ed archeologia unite ai notevoli potenziali paesaggistici e naturalistici.
A seguito della IX campagna di scavi, condotta dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (Ispettorato per le catacombe di Puglia) ed avvenuta lo scorso settembre sotto la direzione scientifica della prof.ssa Paola De Santis dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, è stata quindi prodotta dalla stessa una monografia scientifica dal titolo “Coemetria Requirere I” riportante al suo interno un backstage lavorativo che parte dal 2016, anno in cui ebbe luogo la prima campagna di scavi.
Il volume, che contiene al suo interno analisi topografiche, reperti ceramici, archeologia dei paesaggi e non solo, è stato così presentato giovedì 18 gennaio 2024 presso l’Aula Magna del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana a Roma alla presenza del Sindaco di Canosa Vito Malcangio, del consigliere regionale Francesco Ventola, del consigliere comunale Michele Vitrani e del direttore dell’Archeoclub d’Italia sezione “Ponte Romano” di Canosa Sabino Silvestri.
A relazionare in merito a quanto scaturito dalle attività di cantiere ma anche dai laboratori pomeridiani, sono stati il prof. Vincenzo Fiocchi Nicolai dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, la dott.ssa Angela Maria Ferroni del Ministero della Cultura, la prof.ssa Paola De Santis, Ispettore per le Catacombe della Puglia e Mons. Pasquale Iacobone, Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra nonché cittadino canosino.
La serata, alquanto interessante e ricca di spunti, è stata caratterizzata da un viaggio all’interno del cantiere alla scoperta di tutto ciò che le catacombe cristiane hanno messo in risalto. I vari interventi effettuati, da quelli di messa in sicurezza a quelli di conservazione e restauro, hanno l’obiettivo, come anche ampiamente dichiarato da Mons. Iacobone, di rendere fruibile in occasione del Giubileo del 2025 alcune catacombe presenti all’interno del sito rientrando in un programma di aperture dei complessi in tutta Italia.
A questo proposito, ad avvalorare quella che è una sfida a tutti gli effetti, la collaborazione e la sinergia concretizzata in questi mesi con l’Amministrazione Comunale, che continuerà ad essere ancora più intesa affinché questo traguardo possa essere raggiunto, restituendo così parzialmente alla città un complesso catacombale, un unicum in tutto il Sud Italia, che andrà ad arricchire il patrimonio storico e archeologico a disposizione.