Un addio commovente e intenso, quello che si è consumato ieri, lunedì 4 dicembre 2023, in occasione dei funerali della 42enne Vincenza Angrisano, la donna uccisa martedì scorso dal marito ad Andria.
La città, in un silenzio assordante, ha salutato per l’ultima volta la sua amata Vincenza in una Cattedrale ammutolita. Le esequie, celebrate dal Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi, hanno visto la presenza, tra gli altri, del Prefetto Bat, Rosanna Riflesso, del Sindaco di Barletta, Cosimo Cannito e del Questore Bat, Roberto Pellicone, oltre ad altri rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine.
Struggente il messaggio letto dalla Sindaca di Andria, Giovanna Bruno, durante la Santa Messa:
“Carissimi Salvatore e Christian, il sorriso è contagioso.
Silenzioso, dirompente, scalda i cuori e fa brillare gli occhi. Di felicità.
È una curva sul volto. Una curva che raddrizza tante cose. È la vostra mamma.
Il sorriso è lei, ora, qui, con voi, in mezzo a noi. Il sorriso che accompagna, che protegge, che rassicura, che incoraggia. Che vale più di tante parole e tanti gesti. Che colpisce molto più di un litigio, di un bisticcio.
Il sorriso è lei, Enza. Per tutti.
Vi ringraziamo per averci concesso di conoscerla la vostra mamma; chi direttamente, chi in questi giorni, attraverso i racconti di amici e parenti. Vi ringraziamo per averla condivisa anche con noi tutti la vostra atroce sofferenza, in questa Città che è anche la vostra casa. E che avrà sempre porte spalancate per voi, braccia allargate per accogliere, umanità da dispensare.
Ecco…l’umanità.
Quella che questo nostro difficile tempo sembra averci fatto smarrire. Quella che è stata soppiantata dai giudizi, dalla esasperazione verbale, dall’egoismo, dalla violenza, anche fisica. Che condanniamo, in ogni sua forma. Senza che vi sia alcuna giustificazione, mai. Violenza che va ripudiata. Sempre. Ma noi siamo chiamati a recuperarla l’umanità. Quella umanità che oggi, qui, si sta facendo preghiera, non spettacolo. Non curiosità.
Quella della solidarietà, dell’intima commozione, della tenerezza da sprigionare. Lo dobbiamo a voi, Salvatore e Christian, lo dobbiamo a tutti i figli del mondo, lo dobbiamo a ciascuno di noi. L’umanità che alberga nel grembo di una madre, per l’eternità.
L’umanità che in questi giorni tutta la famiglia di Enza ha sperimentato nella nostra Comunità cittadina e per la quale, mio tramite, vuole dire GRAZIE.
A Sua Ecc. Mons. Mansi, per la discreta presenza e consolatrice preghiera. A Vincenzo Vitale, per la generosità e attenzione. Ai Comuni di Andria e di Barletta. A tutte le autorità politiche, civili e militari intervenute, di ogni ordine e grado. A tutte le articolazioni dello Stato, tutte. A chi ha manifestato vicinanza in tanti modi. Ai tanti benefattori di questi giorni, in forma singola e associata. A tutti e a ciascuno. La famiglia dispensa dai saluti finali.
Noi tutti ci dispensiamo anche e soprattutto dal giudicare. Non spetta a noi, né oggi né mai.
Il giudizio terreno è quasi sempre un sorriso cancellato dal volto. Mentre noi, tutti, quel sorriso dobbiamo mantenerlo. Dobbiamo moltiplicarlo. Per dire speranza, per testimoniare umanità vera.
È il sorriso di Enza. È il sorriso per Salvatore, per Christian. È il sorriso della vita, che ha sempre l’ultima parola sulla morte.
Christian ha lasciato un suo disegno alla mamma. Proprio qui e ci tiene che si sappia.
Salvatore, un ometto, mi ha chiesto e ripetuto tante volte di ringraziarvi, ancora e poi ancora. Grazie! E mi ha affidato un pensiero per la sua mamma, da condividere:
‘Cara mamma,
ti voglio tanto bene, resta sempre nel mio cuore, sei la persona che amo di più, mi ricorderò sempre del tuo sorriso e del tuo aspetto solare. Io riesco a sentirti e tu riesci a guardarmi da lassù. Riesco a sentire ancora la tua felicità per la vita e per i tuoi figli. Cara mamma aspettami lassù perché alla morte non c’è rimedio e quando sarò vecchio ti raggiungerò. Ora per sentirti accanto a me guarderò le tue foto e ascolterò i tuoi audio. Cara mamma ora devo andare, sento ancora la tua mano morbida e i tuoi abbracci caldi e affettuosi.
Il tuo caro Tore‘.
Ciao, Enza!“.