“Che Andria abbia bisogno di riqualificarsi dal punto di vista ambientale e del decoro urbano è condivisibile, così com’è risaputo che si debba dare seguito alla Legge 10/2013 sulle “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” per mettere a dimora una pianta per ogni neonato residente e di ciascun minore adottato, entro sei mesi dalla loro registrazione anagrafica oltre ad avviare il censimento obbligatorio dell’anagrafica delle aree gestite a verde, degli alberi insistenti nel nostro comune e di tutti gli elementi del verde pubblico” – a dirlo è Benedetto Miscioscia, Presidente del Laboratorio Verde Fareambiente di Andria.
“Ma arrivare a piantare alberi lungo lo spartitraffico di via Montegrappa e via Verdi che in alcuni punti è largo appena 60 cm., in nome di una presunta “Riqualificazione urbana” finanziata da privati e dalla PMG Italia dopo aver assistito alla precedente morte di quelli pre-esistenti nel frattempo deperiti e seccati, significa voler perseverare nell’errore del passato e vanificare la lodevole iniziativa finanziata da privati.
Un errore aggravato dalla scelta di piantare alberi di canfora, una pianta originaria dell’Asia orientale che ha una crescita vigorosa e che in condizioni ottimali può raggiungere anche alcune decine di metri di altezza, con le conseguenti preoccupazioni per la loro stabilità e per la sicurezza, in un contesto come quello di via Montegrappa e via Verdi.
Una vigoria che richiede un adeguato nutrimento che non mi sembra possa essere garantito da una buca circondata da asfalto e cemento. Si parla di “riqualificazione urbana-ambientale”, ma non si comprende in cosa possa consistere, considerato il dissesto che caratterizza alcuni tratti dello spartitraffico.
Va chiarito a chi attribuire la responsabilità di tale scelta ben sapendo che la crescita vegetativa di tali piante potrebbe, tra l’altro, interferire con la regolare viabilità autoveicolare, consci del fatto che a causare l’asportazione, l’abbattimento o la rovina delle piante che esistevano prima, sono state le pessime condizioni di vita delle stesse, sacrificate in una misera buca creata in mezzo al cemento e all’asfalto pregiudicandone il regolare sviluppo vegetativo.
Ricollegandomi alle “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, non mi risulta che nel frattempo l’amministrazione si sia attivata per avviare il censimento obbligatorio dell’anagrafica delle aree gestite a verde, degli alberi insistenti nel nostro comune, oltre al censimento di tutti gli elementi del verde pubblico così come impone la legge.
Peraltro, la stessa amministrazione scegliendo l’albero di canfora, ha violato il proprio Regolamento del verde in quanto non è indicato tra quelli prescritti dallo stesso regolamento, pur consapevole che tale Regolamento, approvato nell’anno 2005, andrebbe aggiornato in considerazione dell’andamento climatico in atto.
Questo intervento non vuole essere una semplice e sterile critica fine a se stessa. Al contrario vuole essere di stimolo per rendere concrete le lodevoli iniziative di piantare alberi o arbusti, scegliendo siti loro deputati e non sacrificati in una striscia di cemento – asfalto. Uno sprono per evitare che il tutto si trasformi in mera propaganda facendo credere di avere a cuore la vita stessa degli alberi nell’interesse dell’ambiente e del decoro urbano finendo, al contrario, per condannarle alla pura sopravvivenza se non addirittura alla morte per soffocamento piuttosto che alla vita.
Si chiede, pertanto, una maggiore considerazione ed un opportuna valutazione nel merito, soprattutto quando c’è l’impegno finanziario di privati o enti associazionistici benefici. Sarebbe stato più opportuno piantare alberi nei giardini delle scuole considerato che in alcuni casi sono insufficienti se non addirittura carenti.
Come mi è sembrato paradossale andare a piantare alberi di pino in un luogo già dotato di piante come l’orto botanico di “Cigaglia”, in piena area agricola, ben sapendo che ci sono aree all’interno delle scuole primarie di Andria, in un contesto urbano, che risultano spoglie di essenze arboree e che potrebbero essere i luoghi deputati per nuove piantumazioni.
Piuttosto che fare scena mediatica, sarebbe più utile che iniziative come quella della giornata nazionale dell’albero diventino un momento concreto per piantare alberi in spazi disponibili nelle aree urbane come appunto i giardini delle scuole, coinvolgendo le stesse comunità scolastiche con il duplice obiettivo di potenziare il polmone verde della città e responsabilizzare gli stessi alunni con i loro insegnanti a prendersene cura consentendo loro di vederli crescere giorno dopo giorno, anno dopo anno, durante il loro percorso scolastico circondati da un loro bosco urbano” – conclude Miscioscia.